“Tutti hanno partecipato al processo sinodale nelle proprie Chiese, coloro che adesso arrivano all’assemblea sono membri sperimentati del processo sinodale”. Lo ha detto don Dario Vitali, coordinatore degli esperti teologi per il prossimo sinodo, intervenendo stamani alla conferenza “Il Sinodo interroga la comunicazione. La comunicazione interroga il Sinodo”, in corso alla Lumsa, a Roma. “Il sinodo non deve ridursi all’assemblea”, ha puntualizzato. Il teologo si è anche soffermato sul fatto che dal prossimo Sinodo anche i laici, non solo i vescovi, sono padri sinodali. “Il perfezionamento di questa istituzione domanda il protagonismo di tutti – ha spiegato -. Nel sinodo sulla famiglia, le famiglie hanno chiesto di non essere oggetto ma soggetto, così come i giovani o le popolazioni amazzonichen nei rispettivi sinodi. Il soggetto Chiesa è quello che cammina nel tempo in un rinnovamento continuo nell’ascolto dello spirito – ha continuato -. Questo soggetto Chiesa convocato in Sinodo si interroga secondo la dinamica e le relazioni dei soggetti”.
Tornando alle origini del processo sinodale, don Vitali ha sottolineato che “il popolo di Dio che vive nelle Chiese particolari partecipa alle consultazioni”. “Le questioni che toccano le vite delle persone devono essere trattate da tutti. Quindi, questa decisione (la partecipazione al Sinodo non solo dei vescovi, ndr) consiste nel fatto di manifestare questo ascolto dello Spirito. L’instrumentum laboris è frutto di un discernimento e l’assemblea lo continua”. Sono 70 i partecipanti non insigniti di munus episcopale, “sono i testimoni dell’unità del processo sinodale”. “In questo sinodo nell’assemblea sinodale c’è tutto il popolo di Dio”, ha concluso.