Parlamento Ue: Enrico Letta, audizione a Bruxelles. “Rimuovere le barriere interne per favorire cittadini e imprese”

“Togliere tutti quegli ostacoli che rendono impossibile, per un cittadino e per un’impresa, sfruttare ciò che di più importante e positivo abbiamo in Europa, cioè l’eliminazione delle frontiere”: lo ha dichiarato Enrico Letta, già presidente del Consiglio italiano, oggi presidente dell’Institut Jacques Delors, incaricato in sede europea di redigere un rapporto sul futuro del mercato unico. Oggi al Parlamento europeo a Bruxelles ha incontrato la commissione Imco (mercato unico e protezione dei consumatori). Nelle prossime settimane incontrerà altre due commissioni parlamentari. La sua missione “sarà assicurare la centralità del lavoro di attuazione a livello nazionale del mercato unico e su come approfondirlo, per renderlo più accessibile a cittadini e imprese”. Si tratta di un incarico “volontario” e dal profilo “indipendente” rispetto a nazionalità e partiti. “Cercherò legami con l’autonomia strategica e con il tema della sovranità europea; c’è inoltre un legame con le politiche di concorrenza”. Letta ha parlato di “dimensione geostrategica” del mercato unico, di aspetti finanziari e fiscali, e di legame tra questo tema e il processo di allargamento” dell’Unione europea.
“Quante volte le nostre imprese, specie quelle piccole pensano di poter vendere in tutta l’Europa, o di muoversi in tutta l’Europa, e poi sono bloccate da tanti impedimenti concreti? Quante volte – ha affermato Letta – i nostri giovani, i nostri concittadini pensano di potersi muovere in Europa per lavorare o per studiare e poi sono bloccati da tanti impedimenti? Il lavoro è togliere tutti questi impedimenti, per rendere l’Europa più forte per i cittadini e per le imprese”.
Al termine dell’incontro, Letta ha dichiarato alle agenzie: “ricordo che tra qualche giorno sarà il decimo anniversario della tragedia di Lampedusa, quando cominciò il periodo drammatico” dei flussi migratori. “La mia mente va sempre a quelle drammatiche immagini e soprattutto a quella sequenza di vite spezzate che ha accompagnato questi dieci anni e che deve assolutamente finire”.

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