Diocesi: mons. Battaglia (Napoli), “San Gennaro ci indica la necessità di tamponare le emorragie spirituali, interiori, materiali, relazionali, sociali che attanagliano la città”

(Foto: ANSA/SIR)

“La testimonianza di amore e di fede del sangue di Gennaro è qui ad indicarci una strada possibile, un ricominciamento necessario, la necessità urgente di prendersi cura delle ferite, di fermare il fluire del sangue, di tamponare le emorragie spirituali, interiori, materiali, relazionali, sociali che attanagliano la nostra terra, i nostri cuori”. Lo ha detto, oggi, mons. Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, nell’omelia della messa per la festa del patrono San Gennaro.
“Oggi il vescovo e martire Gennaro . ha proseguito – ci chiede di sognare insieme questo miracolo, di farcene instancabili strumenti superando steccati di sorta, divisioni e barriere di ogni tipo, perché a dare ali alla speranza non può essere il passo solitario di un eroe ma la marcia unita di una comunità! Oggi il vescovo e martire Gennaro ci chiede di impegnarci per questo sogno, con tutto noi stessi, per realizzare un miracolo di vita e di speranza!”.
Di qui l’appello: “Coraggio, allora. Impegniamoci insieme, ve ne prego, e diamo vita al miracolo di una città e di un paese in cui i poveri non vengano trattati come meri numeri, in cui venga riconosciuta loro la dignità del volto, del nome, della storia sacra di cui ciascuno è portatore. Lavoriamo insieme e assiduamente per rispondere all’emergenza sociale della nostra terra, senza dividerci in fazioni, senza frammentarci, imparando a fare della diversità ricchezza, delle differenze, armonia”. Tante volte, troppe volte, negli ultimi giorni “sono raggiunto al telefono e incontro, soprattutto, per strada persone che fanno fatica anche a mettere un piatto a tavola, persone sull’orlo della disperazione, costrette ad accettare lavori che vanno ben oltre lo sfruttamento, famiglie che hanno perso la speranza di sopravvivenza che un welfare sano e solidale a tutti dovrebbe garantire! Tante volte e troppe volte un lavoro dignitoso diventa un miraggio lontano e la logica dei mercati e del profitto ad oltranza calpesta storie e volti, sacrificando le persone e le famiglie ai numeri freddi dell’economia! Il lavoro è pane, è vita, speranza, è risposta di senso e sostentamento ed è un diritto su cui si basa la nostra comunità, non un privilegio riservato a qualcuno!”.
E ancora: “Coraggio. Sogniamo insieme, ve ne prego, il miracolo di una città e di un paese in cui i problemi dei nostri bambini, ragazzi, giovani non divengano argomento politico e sociale solo dopo l’ennesima tragedia ma siano piuttosto oggetto continuo di riflessione e di azione, creando quel Patto educativo che ha bisogno ancora di fare molti passi per diventare prassi! Lavoriamo insieme e assiduamente per i figli della nostra città, disarmiamo le loro mani, ampliamo le loro possibilità di vita, accompagniamoli nei loro percorsi, perché nessuno nasce criminale o delinquente e tutti noi abbiamo il dovere – soprattutto per chi è nato in contesti difficili e a rischio – di offrire a chi è più svantaggiato la possibilità di un futuro altro, di una scelta diversa da quella ereditata dalla cultura e dal disagio familiare!”. Per mons. Battaglia, “questa città ha bisogno di ripartire dal mondo dell’educazione, dal ruolo primario della scuola, da una politica educativa che attraverso asili e reti di prossimità consenta ai figli e alle figlie di Napoli di crescere in luoghi sicuri e sani! Questa città ha bisogno di ripartire dalla cultura, dall’arte, dalla bellezza, da luoghi in cui poter apprendere le note, i colori, i pensieri e le idee più nobili, ampliando così le possibilità e gli orizzonti anche ai suoi figli e alle sue figlie più fragili”.

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