“Questo sangue non è un oracolo da consultare e ancor meno un oroscopo cittadino, la cui funzione è quella di predire sventure o fortune per la città. No, la reliquia che veneriamo è semplicemente un segnale stradale, un indice puntato che rimanda alla necessità, all’urgenza, all’esigenza di seguire in modo radicale il Vangelo di Cristo, lasciandosi attrarre senza riserve dalla sua bellezza liberatrice, ascoltando con cuore e mente aperta la sua Parola di vita e di speranza”. Lo ha detto, oggi, mons. Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, nell’omelia della messa per la festa del patrono San Gennaro. Oggi si è rinnovato il prodigio dello scioglimento del sangue del martire nell’ampolla in cui è conservato.
“Seguire il Vangelo – ha osservato il presule – è bellissimo ma, lo sappiamo, è anche faticoso, perché spinge a confrontarsi ogni giorno con le mura granitiche del proprio egoismo, anche con le barricate difensive di quelle ‘strutture di peccato’ che vanno contro l’uomo e soprattutto contro gli ultimi e i marginali. Parlo di quei poteri, di quegli atteggiamenti, di quelle azioni non solo personali ma comunitari, strutturali che talvolta, pur celandosi dietro una apparente religiosità, temono la forza liberatrice del Vangelo e per questo la ostacolano, la combattono, la denigrano”. Un invito poi all’“amata Chiesa di Napoli”: “Non temere mai di andare controcorrente, di metterci la faccia, di giocarti reputazione e quiete per amore di Gesù Cristo e dei fratelli e delle sorelle. Non temere neanche quelle persecuzioni sottili e non cruente ma non per questo meno crude e dolorose”.
L’arcivescovo ha aggiunto: “Non voglio essere irriverente e perdonatemi se azzardo un’interpretazione fantasiosa e forse distante dalla tradizione. Ma a volte mi domando, pensando al sangue del nostro martire Gennaro, se la sua liquefazione, piuttosto che un fatto di cui stupirsi, non sia la semplice fotografia di ciò che purtroppo continua ad avvenire nella storia, anche nella storia della nostra città, ogni qual volta viene versato il sangue dei poveri con le ingiustizie, con la violenza del potere come dell’economia, con la brutalità dei gesti come delle parole! Infatti, ogni volta che una persona viene ferita, umiliata, non rispettata nella sua dignità, non considerata come creatura ma come numero, oggetto, caso… non viene forse ferita l’immagine di Dio? Ogni qualvolta ci lasciamo trascinare dal peccato, dal male, dal rifiuto di ascoltare ciò che di più sano e nobile la nostra coscienza ci propone… non viene forse ferita l’immagine di Dio?”. Ecco, ha sostenuto mons. Battaglia, “a volte credo che la reliquia di questo sangue stia lì a ricordarci questa ferita viva e sempre attuale, questa emorragia mai guarita, questo fluire di sangue mai interrotto. E proprio per questo credo che il vero miracolo si realizzerà il giorno in cui questo sangue sarà per sempre duro, compatto, coagulato! Sì, credo che il vero miracolo avverrà quando la giustizia bacerà la pace, quando il bene sovrasterà il male per sempre, quando la buona notizia di Gesù Cristo prosciugherà il dolore del mondo, illuminerà definitivamente il buio, porterà a compimento ogni cosa, entrerà così profondamente nel cuore degli uomini e delle donne che le loro parole, le loro azioni, i loro pensieri saranno solo bene, bontà, bellezza”.