A dieci giorni dal sisma che ha devastato la provincia di Al Haouz, a sud ovest di Marrakech, nelle zone montagnose ci sono villaggi che sono stati rasi completamente al suolo e i sopravvissuti che hanno perso tutto vivono all’aperto in attesa dell’arrivo dei soccorsi. In una testimonianza rilasciata all’Agenzia Fides, il francescano fra Manuel Corullon, parroco della parrocchia dei Santi Martiri di Marrakech, ha raccontato che insieme alla piccola comunità cristiana, continua a prestare soccorso nelle zone colpite, portando generi di prima necessità, allestendo tende da campo e intervenendo come possibile dove serve tutto. Fortunatamente la casa parrocchiale e la chiesa dei Santi Martiri non hanno subito danni. “Dopo una settimana d’intenso lavoro siamo arrivati a fare una raccolta dei fondi e di beni materiali da portare nei villaggi di montagna”, ha dichiarato fra Manuel. “In questo momento cominciamo una seconda fase d’azione: sanitaria, scolarizzazione dei bambini, alloggio d’urgenza, progetti di recupero dei villaggi”. Oggi, 18 settembre, è previsto l’inizio dell’anno scolastico in tutte le zone interessate dal sisma. Continuano le operazioni di soccorso e ricerca, secondo le statistiche ufficiali i morti sono tremila e i feriti 6125. Gli ultimi salvati risalgono a sabato, 16 settembre, individuati grazie all’uso di droni con videocamere in una zona di montagna interessata da una frana. Fonti locali riferiscono che, negli ultimi giorni da sotto le macerie, vengono riportati fuori soltanto cadaveri. In alcuni villaggi di montagna, i soccorsi sono arrivati soltanto due giorni fa, dopo la riapertura delle strade devastate. Secondo i medici dell’ospedale di Taroudant, a sud di Marrakech, arrivano ogni giorno 130 feriti dalle zone montagnose terremotate. Il ministero dell’interno ha riferito di 50 mila case completamente crollate e altrettante danneggiate.