“Abbiamo a cuore la scuola“. Lo afferma padre Marco Tasca, arcivescovo di Genova, nel messaggio diffuso in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico. “Abbiamo a cuore la scuola – ha scritto l’arcivescovo -, perché è la realtà che fa incontrare le generazioni del futuro, perché è la realtà che si pone a fianco di tutte le famiglie per aiutare i più piccoli a guardare al domani, perché è la realtà che richiede a molti dei suoi lavoratori, gli insegnanti, di svolgere la professione mettendo in gioco prima il loro essere e poi le competenze, prima il loro cuore e poi l’intelligenza, perché è la realtà che richiede relazioni di accoglienza, rispetto, amore”. Inoltre, si legge ancora nel testo pubblicato sul sito della diocesi di Genova: “Abbiamo a cuore la scuola perché crediamo possa aiutare a superare quella violenza che se stiamo alle cronache dei nostri giorni sembra avvolgere il mondo giovanile in modo quasi irrimediabile, ma noi invece abbiamo fiducia nei giovani e nella loro capacità di vivere incontri positivi e di crescere per costruire un domani migliore del mondo che noi adulti stiamo consegnando loro”. Infine: “Abbiamo a cuore la scuola perché è uno spaccato vero della società, perché insegna a camminare insieme affinché nessuno rimanga escluso”. Nel centenario della nascita di don Milani, continua l’arcivescovo, “noi vorremmo dire a tutti: anche a noi interessa la scuola e ci impegniamo, nel rispetto delle competenze di ogni istituzione, per essa, perché sia sempre più rispondente al tempo che ci è dato di vivere, sempre più luogo capace di insegnare ad innamorarsi della umanità, soprattutto quando è debole e capace di guardare al futuro, soprattutto quando sembra incerto, sempre più realtà viva che riesca a donare ogni giorno la speranza, nelle persone, nella realtà, nel domani di tutti”. La scuola, inoltre, è vita vera per i nostri giovani, vita vera delle nostre famiglie, vita vera per migliaia di lavoratori. La scuola è prima di tutto esperienza di vita, con tutte le sue bellezze ma anche con tutte le sue sofferenze”.