“Viviamo una Santa Croce in cui la relazione con il Volto Santo ci è negata perché si trova in restauro nel laboratorio. Questi lavori hanno lo scopo di restituire alla relazione, dopo la manutenzione, questo oggetto dell’amore e della devozione della gente di Lucca. Nel convegno di sabato 16 settembre, che ci illustrerà tutta la diagnostica fatta in questi mesi sul Volto Santo, emergerà che non siamo i primi a fare manutenzione sull’opera: i lucchesi nei secoli altre volte hanno fatto manutenzione. E proprio la manutenzione del Volto Santo, volta a restituirci la relazione con la sacra effigie, invita anche noi a investire sulla manutenzione delle relazioni”. Lo ha affermato questa mattina mons. Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca, durante il pontificale della festa liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce.
“La relazione con Cristo non è scontata”, ha osservato: “Non è che se compiamo gesti della fede, diciamo parole della fede, la nostra relazione con Cristo gode di buona salute. Ieri sera abbiamo compiuto con la Luminara un grande gesto della fede. Dobbiamo domandarci: tutti quanti hanno vissuto questo gesto come relazione con il Cristo? E questo domandiamocelo per tutte le nostre manifestazioni religiose comunitarie e personali: sono espressioni dalla relazione viva con il Cristo o sono solo la ripetizione rituale di gesti e parole? L’invito che rivolgo è quello di reimparare a pregare: questa è la prima e più importante opera pastorale. È ciò che di più importante ci è stato donato e che dobbiamo custodire facendo attenta opera di manutenzione”. Per mons. Giulietti, inoltre, “abbiamo bisogno anche di fare manutenzione della nostra relazione con i fratelli, che non è un’altra cosa”. “Viviamo nella cultura dell’individuo – ha rilevato – che considera sempre la relazione come dato funzionale: entro in relazione con l’altro perché mi è utile, quando non mi serve lo posso scartare”. “Anche nella Chiesa – ha proseguito – tendenze campanilistiche, ideologiche, anche un pizzico di clericalismo che alligna tra noi, manifestano il deteriorarsi delle relazioni. Siamo chiamati quindi a una manutenzione della relazione con i fratelli nella fede, nelle nostre comunità, con il piacere d’incontrarsi, come occasione per vivere assieme la fede e l’incontro con il Signore. Ma in questo senso siamo chiamati anche a renderci conto che non siamo cristiani da soli, ma siamo cristiani in una comunione cattolica che allarga orizzonti e prospettive, che vanno anche oltre la nostra diocesi”.
Nella conclusione dell’omelia l’arcivescovo ha poi citato il Cammino sinodale in corso e anche l’imminente visita pastorale, che sarà inaugurata il 6 ottobre in cattedrale e che durerà 3 anni. Mons. Giulietti ha fatto poi riferimento alla presenza a Lucca di mons. Papias Musengamana, vescovo di Byumba in Ruanda, Chiesa legata da decenni alla Chiesa di Lucca per progetti missionari. Sarà il presule ruandese a presiedere i vespri di oggi 14 settembre alle 17 in cattedrale e la successiva messa, conclusiva della festività.