Pubblicato ieri il Rapporto d’attività 2022 del Comitato europeo dei diritti sociali (Ceds) del Consiglio d’Europa, chiamato a pronunciarsi sulla conformità di situazioni nazionali con la carta sociale europea. Il 2022 è stato segnato per un verso dall’aggressione militare russa contro l’Ucraina che “ha avuto un profondo impatto sulla vita e sui diritti umani dei cittadini ucraini”; ma dall’altro, l’adozione da parte del Comitato dei Ministri di modifiche alla procedura di segnalazione ha risposto al desiderio degli Stati di rafforzare il dialogo e migliorare l’efficacia delle attività di follow-up previste dalla Carta. Tra gennaio e dicembre dell’anno passato, il Ceds ha esaminato 33 rapporti presentati dagli Stati, che hanno portato all’adozione di 611 conclusioni. Le segnalazioni di “non conformità” si riferiscono agli ambiti più diversi: da orari e settimane di lavoro eccessivamente lunghi, a retribuzioni inadeguate, dalle molestie sessuali sul posto di lavoro, alle restrizioni dei diritti sindacali. “Il numero di reclami collettivi ha continuato ad aumentare”, si legge, “mettendo a dura prova la capacità del Ceds di ridurre l’arretrato esistente, nonostante il suo forte impegno”. In corso sono programmi di riforma del Comitato, ma c’è “l’urgente necessità di risorse adeguate”. Secondo il presidente Ceds Aoife Nolan, siamo “in un momento in cui il contributo della Carta sociale europea alla promozione dell’uguaglianza e della giustizia sociale – e quindi alla sicurezza e alla stabilità democratica – non è mai stata così chiara e importante”.