La comunità pompeiana si radunerà attorno alla mensa eucaristica, martedì 12 settembre, alle 19, per la solenne celebrazione di dedicazione del nuovo altare del santuario di Pompei.
Il rito, ricco di gesti simbolici densi di significato, sarà presieduto dall’arcivescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo.
All’interno di una delle otto colonne di marmo che sorreggono il nuovo altare saranno deposte le reliquie del beato Bartolo Longo e di due santi che sono stati sostegno e strumento nella realizzazione della sua missione a Pompei: san Ludovico da Casoria e santa Caterina Volpicelli.
“I materiali, le cromie e i decori della nuova disposizione liturgica – ha spiegato l’arcivescovo di Pompei – sono in sintonia con l’altare che fece costruire il beato Bartolo Longo nel 1887. Anche in questo modo si fa esperienza di continuità con il pensiero del nostro fondatore”.
Sul frontale del nuovo altare sono state incise le parole “Beati gli invitati alla cena dell’Agnello”. Con la nuova disposizione, si potrà ora ben ammirare lo splendido mosaico, voluto dal beato, al di sotto dell’antico altare e raffigurante l’Agnello dell’Apocalisse in trono, simbolo di Cristo risorto, che regna vincitore, perché col sacrificio della croce ha redento e salvato l’umanità. Egli ha con sé “il libro della vita con i sette sigilli” e rivela il senso di tutta la storia, dell’umanità nel suo insieme e del singolo uomo.
Alla celebrazione saranno presenti padre Carlo Maria D’Amodio, provinciale dei Frati minori della Provincia napoletana, suor Lissy Thattil, superiora generale delle Suore Francescane Elisabettine Bigie fondate da san Ludovico da Casoria, e suor Anna Diana, superiora generale delle Ancelle del Sacro Cuore di santa Caterina Volpicelli.
Il nuovo altare, frutto di un lavoro sinergico che si è avvalso della collaborazione di Saverio Carillo, docente presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli, è un dono dell’azienda di famiglia dell’architetto Giuseppe Gargiulo di Santa Maria la Carità, che ha anche commissionato la preparazione dell’opera presso una ditta di San Gennaro Vesuviano. I capitelli e le basi in bronzo sono stati realizzati presso una fonderia di Nola. Il coordinamento e il lavoro di montaggio sono stati curati dall’Ufficio tecnico del santuario con i collaboratori interni.