In occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, che ricorre ogni anno il 1°settembre, il vescovo di Rimini, mons. Nicolò Anselmi, rilancia con forza i pensieri di Papa Francesco e invita tutta la comunità riminese a riflettere sul tema, proponendo una serie di gesti concreti da vivere nella quotidianità. “Dal 2006 si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato – afferma il presule – e la guerra in corso tra Russia e Ucraina rende questo tempo particolarmente triste. I reportage ci mostrano, insieme alle migliaia di vittime innocenti, su entrambi i fronti, ettari di campagna sventrati dalle bombe, territori molto ampi resi inutilizzabili della presenza delle mine nascoste sottoterra, migliaia di tonnellate di grano bruciate, cereali destinati a sfamare intere popolazioni andati sprecati”. Scene che si aggiungono alle quotidiane “notizie di alluvioni, scioglimento di ghiacciai e innalzamento della temperatura globale”.
Mons. Anselmi sottolinea come dalla mancata cura del Creato derivino tutte le crisi che oggi ci troviamo ad affrontare. “La siccità dei fiumi e dei laghi, la difficoltà di avere acqua a disposizione per l’agricoltura e la pastorizia generano profondi disagi, obbligando le persone a migrare verso zone più fortunate del mondo. Migrazioni, siccità, guerra, terrorismo, malnutrizione sono realtà fra loro strettamente connesse”, prosegue il vescovo di Rimini, per poi stimolare un intervento attivo da parte della comunità, ognuno secondo le proprie diverse possibilità. “Cosa possiamo fare per la nostra Sorella Terra? Parlare, discutere, sensibilizzare. Il Santo Padre nella lettera enciclica Laudato si’ ha suggerito alcuni gesti semplici che potremmo provare a vivere in questa giornata. Si tratta di piccole azioni concrete (come spegnere le luci di casa, minimizzare il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, gestire al meglio l’utilizzo dei veicoli a motore e degli oggetti di plastica) che potrebbero far sorridere ed essere di conseguenza snobbate, oppure divenire autentici atti d’amore, gesti che sommati tutti assieme, nell’ottica dell’ecologia integrale indicata proprio nella Laudato si’, potrebbero aiutare o addirittura salvare vite umane e che, in ogni caso, ci fanno sentire più vicine le persone nate in luoghi oggettivamente e infinitamente più faticosi da vivere rispetto all’Italia”.