Papa Francesco: ai sacerdoti di Roma, “nelle nostre fragilità e nelle nostre inadeguatezze, così come nella crisi odierna della fede, non scoraggiamoci”

“Nelle nostre fragilità e nelle nostre inadeguatezze, così come nella crisi odierna della fede, non scoraggiamoci!”. L’invito viene rivolto da Papa Francesco ai sacerdoti della diocesi di Roma, ai quali ha scritto una lettera nella memoria della dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore, ma che è stata diffusa oggi dalla Sala stampa vaticana.
“Nessuna nostra infedeltà può impedirle di essere ‘la Chiesa di Dio’, ‘l’ancella del Signore’. Fratelli, questa è la speranza che sostiene i nostri passi, alleggerisce i nostri pesi, ridà slancio al nostro ministero”, afferma il Pontefice, che esorta: “Rimbocchiamoci le maniche e pieghiamo le ginocchia (voi che potete!): preghiamo lo Spirito gli uni per gli altri, chiediamogli di aiutarci a non cadere, nella vita personale come nell’azione pastorale, in quell’apparenza religiosa piena di tante cose ma vuota di Dio, per non essere funzionari del sacro, ma appassionati annunciatori del Vangelo, non ‘chierici di Stato’, ma pastori del popolo. Abbiamo bisogno di conversione personale e pastorale. Come affermava il padre Congar, non si tratta di ricondurre a una buona osservanza o fare una riforma di cerimonie esteriori, bensì di ritornare alle sorgenti evangeliche, di scoprire energie fresche per superare le abitudini, di immettere uno spirito nuovo nelle vecchie istituzioni ecclesiali, perché non ci succeda di essere una Chiesa ‘ricca nella sua autorità e nella sua sicurezza, ma poco apostolica e mediocremente evangelica’”.
Il Santo Padre ringrazia “per l’accoglienza che vorrete riservare a queste mie parole, meditandole nella preghiera e di fronte a Gesù nell’adorazione quotidiana”: “Posso dirvi che mi sono venute dal cuore e dall’affetto che ho per voi. Andiamo avanti con entusiasmo e coraggio: lavoriamo insieme, tra preti e con i fratelli e le sorelle laici, avviando forme e percorsi sinodali, che ci aiutino a spogliarci delle nostre sicurezze mondane e ‘clericali’ per cercare, con umiltà, vie pastorali ispirate dallo Spirito, perché la consolazione del Signore arrivi davvero a tutti. Davanti all’immagine della Salus Populi Romani ho pregato per voi. Ho chiesto alla Madonna di custodirvi e di proteggervi, di asciugare le vostre lacrime segrete, di ravvivare in voi la gioia del ministero e di rendervi ogni giorno pastori innamorati di Gesù, pronti a dare la vita senza misura per amore suo”. Francesco conclude: “Grazie per quello che fate e per quello che siete. Vi benedico e vi accompagno con la preghiera. E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me”.

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