“L’Unicef è profondamente addolorato per un ulteriore naufragio nel Mediterraneo (lo scorso 5 agosto). Questa volta, una madre incinta, alla ricerca di sicurezza per il figlio non ancora nato è tra coloro che hanno perso la vita al largo delle coste di Lampedusa, in Italia”. Lo afferma oggi Nicola dell’Arciprete, coordinatore dell’Unicef per la risposta in Italia. “E’ morto anche un bambino di 18 mesi che viaggiava con la madre, che ha affrontato il pericoloso viaggio nella speranza di dare a suo figlio una vita migliore – informa -. Circa 30 persone risultano disperse, tra cui alcuni bambini. I nostri pensieri vanno a tutte le persone colpite da questa tragedia”. Unicef ricorda che “almeno 289 bambini sono morti o scomparsi nel tentativo di attraversare il Mediterraneo Centrale per raggiungere l’Europa nei primi sei mesi di quest’anno. La maggior parte dei naufragi non viene registrata e la maggior parte dei bambini non sopravvive quando le navi si rovesciano, rendendo il numero reale delle vittime molto più alto”. Dell’Arciprete esorta “chi è al potere a creare percorsi legali più sicuri per la migrazione e l’asilo nell’Unione europea, e operazioni di ricerca e salvataggio coordinate che aiutino a prevenire le morti in mare. Bisogna fare di più per proteggere i bambini nei loro Paesi di origine, di transito e di arrivo”. L’Unicef è sul campo a Lampedusa, al lavoro con il governo e i suoi partner per fornire a bambini e donne accesso a supporto psicosociale, servizi sanitari e specializzati per prevenire e rispondere a violenza, sfruttamento e abuso. Nei primi sei mesi dell’anno ha raggiunto più di 2.000 bambini non accompagnati e separate sull’isola attraverso il progetto “Protect” supportato dal Dipartimento per la Migrazione e gli Affari Interni della Commissione europea.