“Voi siete giovani in cammino verso un futuro e un orizzonte ricco di speranza, siete i timonieri della Chiesa in uscita, una Chiesa non ripiegata su se stessa e sulle proprie umane fragilità, ma una Chiesa che vuole portare in fretta, ad un mondo angosciato, deluso, indifferente, l’annuncio della Buona notizia. Simbolico e significativo in questi giorni è stato il collegamento con il carcere di Fossombrone nel quale sono stati accolti i segni di fede della Giornata mondiale della gioventù, ne avete sentito parlare anche attraverso i social. Non dimenticate questi luoghi di sofferenza, dove molti giovani, come voi, sono reclusi per i loro errori e perché si sono lasciati ingannare, sedurre da cose vane, bolle di sapone, cose superflue, cose che non servono e che lasciano il vuoto dentro come ha osservato Papa Francesco”. Lo scrive l’ispettore generale dei cappellani nelle carceri italiane, don Raffaele Grimaldi, in un messaggio ai giovani di ritorno dalla Gmg di Lisbona.
“Cari giovani, in questi giorni avete vissuto la ‘gioia della fede’ ma siete stati anche invitati a non dimenticare ciò che avete vissuto. Maria in fretta si è alzata dopo aver compreso la sua missione ed è andata da Elisabetta per aiutarla nei suoi bisogni. Allo stesso modo, ritornando nelle vostre città, nelle vostre diocesi, nelle vostre parrocchie, non fate spegnere l’entusiasmo e la fiamma di amore che si è accesa nei vostri cuori”, l’invito del sacerdote, che ricorda: “Davanti a voi ci sono i bisogni urgenti e bisogna agire in fretta. Non lasciatevi intrappolare dall’apatia, dalla paura, dalle comodità e dall’indifferenza”. Poi una proposta concreta: “Vorrei invitarvi con i vostri accompagnatori, al vostro rientro a casa, a mettervi in contatto con i cappellani delle carceri delle vostre diocesi per varcare la soglia e portare la speranza in quei luoghi di sofferenza e di solitudine, per raccontare la gioia del vostro incontro con il Signore. ‘Fate brillare’ la luce che è in voi in questi luoghi di disperazione. Papa Francesco, inoltre, vi ha detto che ‘la gioia è missionaria, non è per noi stessi, è per portare agli altri’. Perciò, non abbiate paura di portare nelle carceri, luoghi bui, isolati ed emarginati, le vostre parole cariche di speranza”. “Tra le mura di ogni carcere ci sono molte persone, uomini e donne, e tra esse molti giovani che sono caduti, che hanno fallito il loro progetto di vita, ma che hanno nel cuore il desiderio di rialzarsi e di uscire dai sepolcri della morte, per gustare la gioia e la bellezza della vita. Buon cammino!”, conclude don Grimaldi.