Papa in Portogallo: veglia al Parque Tejo, “nella vita niente è gratis, tutto si impara”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“La gioia è missionaria, non è per noi stessi, è per portare agli altri”. Anche al Parque Tejo di Lisbona, davanti a un milione e mezzo di giovani, il Papa ha abbandonato il testo scritto per parlare a braccio, dialogando a tratti con i presenti. “Io vi chiedo: voi che siete venuti a cercare qui un senso della vita, questo lo terrete per voi o lo porterete agli altri? La gioia è missionaria, quindi io devo portare questa gioia agli altri. Ma questa gioia che abbiamo, anche gli altri sono pronti a riceverla: dobbiamo portare tutto quello che abbiamo ricevuto, tutto questo è stato preparato nel nostro cuore per la gioia”. “Tutti, se ci guardiamo indietro, vediamo persone che sono state raggi di luce: genitori e nonni, preti e suore, catechisti, animatori, insegnanti”, ha sottolineato Francesco: “Ognuno pensi alle persone che sono state le radici della nostra gioia. Noi abbiamo radici di gioia: e anche noi possiamo essere per gli altri radici di gioia: non una gioia del momento, ma una gioia che crea radici”. “Come possiamo diventare radici di gioia?”, ha chiesto il Papa: “La gioia non è in una biblioteca chiusa, anche se bisogna studiare. La gioia occorre cercarla, scoprirla nel nostro dialogo con gli altri: dobbiamo andare alle radici della gioia che abbiamo ricevuto. E questo qualche volta stanca”. “Vi siete stancati qualche volta?”, l’altra domanda ai giovani: “Pensa a cosa succede quando sei stanco, non hai voglia di fare niente. Uno si lascia andare, smette di camminare e cade. Voi credete che una persona che cade nella vita, che ha fatto qualcosa di grave, è un fallimento, che è finita quella persona? Che cosa deve fare? Alzarsi. E’ una cosa molto bella. Gli alpini, a cui piace salire sulle montagne, hanno un canto molto bello che dice: nell’arte di salire quello che importa non è non cadere, ma non rimanere per terra’. Chi rimane per terra è un pensionato della vita, ha chiuso con tutto. Quando vediamo qualcuno che è caduto, cosa dobbiamo fare? Aiutarlo a rialzarsi. L’unico momento in cui è permesso guardare una persona dall’alto verso il basso è per aiutarla ad alzarsi. Quante volte vediamo persone che ci guardano dall’alto in basso: è triste”. Poi una metafora calcistica: “Dietro un gol c’è moltissimo allenamento, dietro un successo c’è moltissimo allenamento. Alzarmi, non rimanere per terra e allenarmi a camminare. E tutto questo è possibile, si impara dai genitori, dai nonni, dagli amici: portiamoci l’un l’altro per mano. Camminare, e se si cade rialzarsi; camminare con una méta; allenarsi tutti i giorni nella vita. Nella vita niente è gratis, tutto si impara. C’è solo una cosa gratis: è l’amore di Gesù. Con questo ‘gratis’ che abbiamo e con l’amore di Gesù, camminiamo nella speranza. Guardiamo le nostre radici e andiamo avanti. Non abbiate paura!”.

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