Gmg Lisbona: testimonianza di don Antonio Ribeiro de Matos (Portogallo), “prete per portare agli altri la gioia di trovare Cristo”

“La persona di Gesù è stata sempre presente durante la mia vita, a partire dall’insegnamento e dalla testimonianza di fede che ho ricevuto da mia nonna. In realtà, però, spesso Cristo è stato appena un riferimento buono, ma non qualcuno con il quale confrontavo i miei percorsi e i miei sogni. Senza molta consapevolezza di ciò, avevo i miei piani… I miei, non con Lui neppure quelli di Lui. Arrivavo persino a pensare agli altri, a impegnarmi in progetti sociali e politici che cercavano il bene comune. Ma era tutto mio”. Così si esprime don Antonio Ribeiro de Matos, 33 anni, portoghese, nella testimonianza portata alla veglia della Gmg in corso a Lisbona. “All’università, mi sono iscritto a una settimana di missione. Là mi avvicinai più consapevolmente a Cristo e alla Chiesa, ma il senso della mia vita continuava a restare centrato in me. Un pomeriggio di agosto 2011, mentre viaggiavo da solo in macchina, mi sono addormentato. Quando mi sono svegliato sull’ambulanza – e man mano che sono diventato più consapevole della gravità dell’incidente – ho capito che avrei potuto morire. Ho capito che se il mio pellegrinaggio sulla Terra fosse terminato in quel momento, la mia vita ‘non era valsa la pena’. Questa sensazione che la vita mi stava passando accanto, mi fece desiderare di accoglierla in modo diverso e confrontarmi con domande che fino allora avevo evitato. Domande come: ‘Signore, cosa vuoi che io faccia?’. Ed è stato allora che la gioia di incontrare Cristo cominciò a riempirmi il cuore e a farmi desiderare di portare questa gioia agli altri”.
Don Antonio aggiunge: “Così nel 2012 sono entrato in Seminario. Ho vissuto un percorso di incontro: incontro con me stesso, ma soprattutto ho potuto incontrarmi in modo più vero con Cristo e con la sua Chiesa. Come è bello questo incontro con Cristo e con la Chiesa! Nella mia fragilità ho potuto riconoscere quanto Gesù e la Chiesa mi amano e camminano con me ed è cresciuto il desiderio di portare questa esperienza agli altri. Nel 2017, con i miei dubbi lungo la strada, ho lasciato il Seminario. Ma Cristo non ha chiuso con me, come non desiste di nessuno. Fuori dal Seminario ho continuato ad essere molto impegnato nelle attività pastorali e ho avuto l’opportunità di andare alla Giornata mondiale della gioventù a Panama”. Il sacerdote conclude: “Dio è fedele e avvalendosi dei miei passi, più o meno giusti, ha fatto un cammino. Sono tornato in Seminario nel 2019 e sono stato ordinato sacerdote nel 2021 per cercare di portare agli altri la gioia di trovare Cristo, di essere trovato da Lui. Una gioia che non è fugace, una gioia che mi viene offerta dal cielo”.

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