Gmg Lisbona: mons. Paolucci Bedini (Città di Castello e Gubbio), “per i ragazzi umbri sia occasione di ascoltare parole diverse da quelle del mondo”

(Foto Conferenza episcopale umbra)

“Pensando alle giornate che abbiamo già vissuto, i giovani dell’Umbria si sono lasciati molto coinvolgere pur nella difficoltà di movimento, che si avverte sempre alle Gmg, nel raggiungere i luoghi di accoglienza, di ritrovo e di incontro. Hanno partecipato ed animato le catechesi del mattino vissute nella parrocchia di Ericeira, non lontana da Lisbona, dove sono stati ospitati (dal 31 luglio al 4 agosto); catechesi tenute dal vescovo di Cremona Antonio Napolioni sui temi dell’ecologia integrale, dell’amicizia sociale e della fraternità. I nostri giovani non hanno esitato a rivolgere domande e a dialogare fra loro e questo è stato molto bello”. A raccontarlo è mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio, che, insieme a quasi 1.300 ragazzi e ragazze di tutta l’Umbria, a circa 50 tra sacerdoti diocesani, religiosi e religiose, sta vivendo la Gmg di Lisbona.
Il vescovo è rimasto particolarmente colpito anche dalla partecipazione dei giovani alla celebrazione penitenziale dove “tanti ragazzi e ragazze hanno voluto riconciliarsi, confessarsi, e nella piazzetta della chiesa di Ericeira abbiamo celebrato tutti insieme l’Eucaristia di ringraziamento”.
I giovani umbri, insieme a tutti gli altri provenienti da 200 Paesi del mondo, si sono preparati agli appuntamenti più importanti, quali l’incontro con il Papa e la Via Crucis, della giornata che precede l’attesa, lunga veglia notturna di preghiera, il “cuore” di tutte le Gmg, in programma questa notte. “Sono stati due momenti intensi di preghiera e di gioia – commenta il vescovo umbro – a cui i nostri giovani non hanno voluto mancare. E io mi auguro che questa sia stata l’occasione per i tanti giovani, anche molto giovani di età, che sono partiti dall’Umbria, di fermarsi, di ascoltare parole nuove o comunque diverse da quelle del mondo e di aver potuto sperimentare una gioia di vita fraternita, semplice ma molto intensa e autentica”. Altro aspetto incoraggiante colto da mons. Paolucci Bedini, “la soddisfazione e il senso profondo di speranza espressi dai diversi accompagnatori (sacerdoti, religiosi e laici) nei confronti di questa generazione di giovani che spesso viene discreditata o accusata di essere assente. Credo che questa Gmg sia stata anche una grande occasione per riallacciare i rapporti con tanti giovani e creare le basi per riportare a casa un rapporto nuovo, di fiducia, di dialogo e di confronto con loro”.

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