Terremoto in Siria: Sargi (Caritas), “grazie ad aiuti potremo contribuire a riapertura scuole e permettere a migliaia di famiglie senza casa di sostenere costi affitto”

(Foto Caritas Internationalis)

La situazione in Siria, a sei mesi dal terremoto che ha colpito anche la Turchia, resta difficile, ricorda oggi Caritas Internationalis, in una nota: infatti, il sisma ha colpito un’area già in gravi condizioni umanitarie generate da un conflitto che si protrae ormai da oltre 12 anni. Le città di Aleppo, Laodicea e Hama sono i centri maggiormente interessati. Sin dalle prime ore dopo il terremoto, Caritas Siria ha sostenuto i propri uffici locali nel distribuire cibo, acqua potabile, kit igienici, coperte e altri beni di prima necessità. Appena un mese dopo è stato lanciato un piano di aiuti annuale che sino al 31 marzo 2024 assicurerà assistenza ad oltre 11 mila persone vulnerabili.
“Grazie al sostegno della Confederazione Caritas potremo contribuire alla riapertura delle scuole e permettere a migliaia di famiglie che non hanno più una casa di sostenere i costi dell’affitto e far fronte ad altre necessità”, ha dichiarato Riad Sargi, direttore di Caritas Siria. Migliaia di residenti dell’area non possono ancora far ritorno alle proprie case che a causa del sisma hanno riportato gravi danni strutturali. A complicare il quadro anche le sanzioni economiche imposte alla Siria e la costante svalutazione della moneta locale. “In questa ricorrenza – aggiunge Sargi – ci tengo a ringraziare quanti ci hanno sostenuto fine dai primi istanti. La vostra solidarietà ci permette di continuare la nostra missione qui in Siria”.
In occasione dei primi sei mesi dal terremoto, il segretario generale di Caritas Internationalis, Alistair Dutton, ha voluto esprimere la propria vicinanza alle popolazioni colpite e assicurare il continuo supporto da parte della Confederazione. “L’intera Confederazione e, in particolare, Caritas Siria e Caritas Turchia stanno lavorando duramente per servire la popolazione colpita dal sisma. Continueremo a farlo come meglio possiamo, sostenendoli nel ricostruire le loro vite”.

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