“Questa Gmg ha il sapore di qualcosa di ritrovato. Per chi ha già fatto qualche Giornata, dopo il Covid oggi ritroviamo questo clima di gioia, di quella gioia che non è superficiale ma viene dal ritrovarsi insieme e che diventa per i meno giovani un primo frutto della Gmg”. Lo ha detto al Sir mons. Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro-Squillace. “È stato il Papa che ci ha accolto, non siamo stati noi ad accoglierlo. Ci ha dato degli stimoli soprattutto con la sua semplicità. Si è sintonizzato subito con questa marea di giovani e ha dato loro un annuncio molto importante, che è già il cuore di questa Gmg: nella Chiesa c’è posto per tutti e tutti si debbono sentire amati per come sono, anche nelle fragilità”. Per mons. Maniago questo “è un annuncio che ha toccato il cuore dei giovani e permette loro di raccogliere gli altri frutti che verranno dalla Giornata e che saranno un bel tesoro prezioso da spendere”. Al Sir ha parlato anche mons. Stefano Rega, vescovo di San Marco Argentano-Scalea. “È la prima Gmg che faccio da vescovo e ho la possibilità di vedere la bellezza di questo spettacolo. Quello che mi ha sempre colpito in queste Giornate è la testimonianza di fede e anche di vita spirituale dei giovani”. Mons. Rega si augura che “i ragazzi con questa esperienza possano contagiare anche gli altri coetanei”. Il presule ha accompagnato un gruppo di giovani della diocesi sammarchese, insieme ai responsabili di Pastorale giovanile. “È bello condividere con i giovani questa esperienza, così da conoscerli meglio e programmare il cammino diocesano da fare. Per molti di loro è la prima volta che vivono un’esperienza come questa, specialmente dopo il Covid, un’esperienza così bella e universale di incontro, che porteranno sicuramente nella loro vita”.