“Ferma condanna” da parte dell’Ue è stata espressa per bocca dell’Alto rappresentante Josep Borrell riguardo la sentenza che oggi è stata emessa nei confronti di Alexei Navalny, che aggiunge altri 19 anni di reclusione agli 11 e mezzo a cui già è stato condannato. La sentenza parla di “estremismo”, mentre Borrell afferma che quelle di Navalny siano “azioni che costituiscono legittime attività politiche e anticorruzione”. La sentenza si è svolta a porte chiuse, segnala l’Alto rappresentante, in una colonia penale a regime rigoroso fuori Mosca, dove si trova il dissidente. “Il sistema legale russo continua a essere strumentalizzato contro Navalny”, mentre “le autorità russe hanno paura di lui”, si legge nella dichiarazione di Borrell. Navalny “è un altro esempio della continua e sistematica repressione da parte delle autorità russe e del loro disprezzo per i diritti umani dei propri cittadini”. C’è preoccupazione anche per le notizie di “maltrattamenti ripetuti, misure disciplinari ingiustificate e illegali e vessazioni equivalenti a torture fisiche e psicologiche” a cui è sottoposto Navalny. “La leadership politica russa è responsabile della sua sicurezza e salute, per le quali sarà tenuta a rendere conto”.
Borrell torna anche sulla necessità di una “indagine indipendente” rispetto all’avvelenamento subito da Navalny nel 2020, e che l’Ue “continua a condannare con la massima fermezza”. Sanzioni sono state imposte su persone ed enti responsabili dell’avvelenamento, dell’arresto arbitrario e dell’oppositore politico, le ultime risalgono allo scorso 20 luglio. La Russia deve conformarsi alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) che ha chiesto l’immediata scarcerazione di Navalny: infatti “la Russia resta vincolata alla piena attuazione delle sentenze della Cedu per le violazioni dei diritti umani verificatesi prima del 16 settembre 2022, quando la Russia ha cessato di essere parte della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.