Le Acli esprimono il loro “profondo dolore” per la morte dei cinque operai travolti e uccisi nella notte da un treno in transito mentre stavano lavorando ai binari della linea ferroviaria Torino-Milano.
Di lavoro e sul lavoro si continua a morire in Italia: secondo le ultime rilevazioni dell’Inail nel 2022 sono state 1.090 le persone che hanno perso la vita nelle fabbriche, nei cantieri, nei campi, nei magazzini, sui mezzi di trasporto.
In attesa degli accertamenti delle autorità competenti che chiariranno quello che è accaduto nella notte vicino alla stazione di Brandizzo, le Acli esprimono il loro cordoglio e tutta la loro vicinanza ai familiari delle vittime.
“Sarà l’inchiesta a chiarire le responsabilità”, sostiene Stefano Tassinari, vicepresidente nazionale Acli, responsabile Lavoro, “ma oltre al dolore e alla tragedia, lascia sgomenti che la vita umana di tanti lavoratori possa dipendere, come parrebbe dalle prime notizie, da errori di comunicazione o umani, quando in centinaia di piccoli comuni con bilanci scarni, ci sono segnali automatici che avvisano immediatamente gli autisti se stanno superando i limiti di velocità. Possibile che in una linea ferroviaria di tale importanza non ci siano meccanismi automatici di blocco per presenza di lavori sulla linea o siano previste procedure di secondo controllo ed intervento? Ci domandiamo se non serva intervenire per obbligare a garantire maggiori livelli di sicurezza e continuiamo a dire che la transizione digitale del Pnrr non può non avere prioritariamente al centro la sicurezza sul lavoro: siamo pieni di telecamere nelle città eppure non esistono controlli da remoto o forme di blocco automatico dei lavori in molti contesti lavorativi dove potrebbero essere facilmente previsti”.