La diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno ha appreso nei mesi scorsi, “con vivo interesse”, la notizia della candidatura di Latina a Capitale della Cultura 2026, promossa anche dal Comune di Latina, che dovrà essere presentata entro alcune settimane al Ministero della Cultura.
“Lo stesso vescovo Mariano Crociata incoraggia tale iniziativa, augurandosi che si riveli anche una possibilità di sana crescita non solo per la città Capoluogo ma anche per il territorio circostante. Infatti, i percorsi di crescita risultano tanto più efficaci se impostati in una dinamica di rete tra gli enti locali e le varie realtà territoriali”, si legge in una nota della diocesi.
“Considerando, dunque, l’importanza di tale iniziativa, il vescovo Crociata ha deciso di istituire un Gruppo di lavoro, interno alla diocesi, per studiare il contributo che può offrire la comunità ecclesiale pontina nel caso Latina sia nominata Capitale della Cultura 2026 – spiega la nota -. Il lavoro di questo Gruppo proseguirà anche in caso di diniego del titolo, in quanto per la Chiesa cattolica pensare alla dimensione culturale significa pensare all’uomo stesso. Con un riferimento proprio a San Tommaso d’Aquino, di cui stiamo celebrando i tre centenari, è utile ricordare che il significato essenziale della cultura sta nel suo essere una caratteristica della vita umana in quanto tale, così che si può ben dire che l’uomo vive di una vita veramente umana grazie alla cultura”.