“Nella sua vita come nella sua opera, Francesca Di Maolo testimonia che è possibile tradurre l’amore in gesti quotidiani concreti, evidenziando il senso di giustizia dovuto alle persone più fragili, esaltando l’essere umano in tutte le sue più nobili dimensioni”. Con queste parole il Comitato scientifico dell’Associazione “San Valentino – Un gesto d’amore”, presieduto da mons. Francesco Antonio Soddu, vescovo di Terni-Narni-Amelia, ieri sera – martedì 29 agosto, presso il Teatro Secci di Terni – ha consegnato alla presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, Francesca Di Maolo, il “Premio San Valentino – Un gesto d’amore”, uno dei più importanti riconoscimenti legati alla figura del santo patrono di Terni, destinato ogni anno a personalità che si sono contraddistinte per l’impegno nell’ambito della pace, della solidarietà, dell’unità tra i popoli e della fraterna convivenza.
Giunto alla sua 32ª edizione, il “Premio San Valentino – Un gesto d’amore” in questi anni è stato assegnato a personalità che hanno operato per migliorare il rapporto con l’est europeo, che hanno lavorato per la lotta all’Aids e, soprattutto, che si sono impegnate a fondo nella risoluzione del conflitto in Medioriente.
“Sono onorata e orgogliosa di aver ricevuto questo riconoscimento che dimostra quanto l’Istituto Serafico, e il lavoro di tutte le donne e degli uomini che vi operano, sia riconosciuto e apprezzato dall’intera comunità e ringrazio per questo soprattutto mons. Soddu e la presidente dell’Associazione Premio San Valentino, Chiara Napolini”, ha dichiarato la presidente dell’Istituto assisano, Francesca Di Maolo, a margine della premiazione. “Ne sono fiera – ha aggiunto – anche perché prima di me lo hanno ricevuto nomi illustri del panorama nazionale e internazionale, del mondo politico e delle arti, che si sono impegnati e spesi per il bene del prossimo, per chi aveva bisogno di un aiuto concreto, per i fragili, per gli ultimi. Ecco perché questo Premio va oltre la mia persona e lo considero un segno, un vero e proprio appello alla società civile: io sono qui a riceverlo in rappresentanza dei ragazzi del Serafico, che ancora oggi vengono considerati troppo deboli e quindi da tenere ai margini della società, e delle loro famiglie, che ogni giorno lottano per rendere migliore la vita dei propri figli e che hanno comunque un gran bisogno di aiuto, di supporto e di sostegno da parte delle istituzioni. Io sono qui a dar loro voce, a dar loro una speranza, a dar loro una chance di futuro. È a loro, infatti, che va questo Premio ed è proprio con tutti loro che voglio condividerlo” ha concluso.
Durante la serata è andata in scena al Teatro Secci la rappresentazione teatrale “Il canto delle pietre” del regista Folco Napolini, uno spettacolo che idealmente getta un ponte tra gli ancestrali paesaggi della Sardegna e quelli dell’Umbria meridionale, attraverso un collegamento di odori, voci, suggestioni e riferimenti artistici tra le due terre.