Due commissioni di procuratori delle città di La Paz, Sucre, El Alto e Santa Cruz hanno effettuato lunedì scorso ben quattro irruzioni improvvise e non comunicate previamente negli uffici della Curia provinciale della Compagnia di Gesù in Bolivia, situati nella città di La Paz.
Le diverse commissioni della Procura hanno proceduto al sequestro della documentazione relativa alle indagini in corso sulle accuse di abusi sessuali, nonché di altri documenti non previsti nelle relative richieste del pubblico ministero. La Compagnia di Gesù della provincia boliviana ha espresso “preoccupazione e sorpresa” per queste quattro incursioni, che costituiscono un’azione senza precedenti né ragioni, dal momento che l’archivio curiale era stato sigillato da quando era stato perquisito il 17 maggio dalla Procura di La Paz, come fa presente un comunicato dell’ordine religioso. La Compagnia di Gesù ha, al tempo stesso, confermato la sua piena collaborazione a queste azioni, permettendo alle varie commissioni di procuratori di procedere senza alcun ostacolo per prendere con sé tutta la documentazione che ritenevano conveniente.
Di fronte a questi atti, il 29 agosto la Segreteria generale della Conferenza episcopale boliviana ha emesso un comunicato in cui si deplorano “gli eccessi commessi nell’apparente tentativo di indagare”. Nel messaggio si fa notare che i principali diritti legati all’esercizio della giustizia – dal giusto processo alla presunzione d’innocenza, fino alla modalità con cui vengono condotte le indagini – sono “violati a causa di diverse azioni che si sono registrate nel Paese”. Proseguono i vescovi: “Tutti ci aspettiamo dalle nostre autorità comportamenti trasparenti e caratterizzati dal giusto processo, nei quali nessuno esuli dalle proprie competenze o attenti alla sicurezza o ai diritti delle persone”. Anche la Conferenza episcopale fa notare che la Compagnia di Gesù sta collaborando in modo completo e trasparente con il Pubblico ministero e la Polizia.