Papa in Portogallo: ai giovani universitari, “prenderci cura della casa comune non con misure palliative o timidi compromessi”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Anche questo anziano che vi parla sogna che la vostra generazione divenga una generazione di maestri. Maestri di umanità. Maestri di compassione. Maestri di nuove opportunità per il pianeta e i suoi abitanti. Maestri di speranza, maestri che diventano custodi del pianeta devastato da una catastrofe ecologica”. Lo ha rivelato il Papa, incontrando i giovani universitari presso l’Università cattolica portoghese di Lisbona, primo appuntamento pubblico della seconda giornata in Portogallo. “Dobbiamo riconoscere l’urgenza drammatica di prenderci cura della casa comune”, l’appello di Francesco: “Tuttavia, ciò non può essere fatto senza una conversione del cuore e un cambiamento della visione antropologica alla base dell’economia e della politica”. “Non ci si può accontentare di semplici misure palliative o di timidi e ambigui compromessi”, il monito del Papa, secondo il quale “le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro”. Di qui la necessità di “farsi carico di quello che purtroppo continua a venir rinviato: la necessità di ridefinire ciò che chiamiamo progresso ed evoluzione. Perché, in nome del progresso, si è fatto strada il regresso”. “Voi siete la generazione che può vincere questa sfida”, l’incoraggiamento di Francesco: “avete gli strumenti scientifici e tecnologici più avanzati ma, per favore, non cadete nella trappola di visioni parziali. Non dimenticate che abbiamo bisogno di un’ecologia integrale, di ascoltare la sofferenza del pianeta insieme a quella dei poveri; di mettere il dramma della desertificazione in parallelo con quello dei rifugiati; il tema delle migrazioni insieme a quello della denatalità; di occuparci della dimensione materiale della vita all’interno di una dimensione spirituale. Non polarizzazioni, ma visioni d’insieme”.

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