Gmg Lisbona: mons. Baturi (Cei), “mettersi in movimento, incontrare ed essere portatori di gioia”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“La meta del viaggio è l’incontro”. Lo ricorda mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, che ai ragazzi di Venezia, radunati nella Cappella di Casa Italia a Lisbona, consegna tre indicazioni: “mettersi in movimento, incontrare ed essere portatori di gioia”. “Il senso del camminare non sta nel punto di partenza né forse in quello di arrivo, quanto nello scoprire la presenza di un Dio che prende dimora presso il suo popolo”, spiega mons. Baturi che assicura: “È lungo il cammino che cresce il vigore, come recita il Salmo e come tanti anziani continuano a testimoniarci”. Così, sottolinea, anche se “camminiamo e ci affatichiamo non siamo mai soli: siamo in movimento perché Dio ci attira a sé e non fa mancare i suoi doni”. I ragazzi ascoltano, alcuni prendono appunti, qualcuno si abbraccia. “Il viaggio – osserva il segretario generale della Cei – si fa per un incontro, che riaccade continuamente, in quanto non ci conosciamo mai abbastanza”. In quest’ottica, “anche nei giorni della Gmg, la speranza è quella di incontrare esperienze d’amore, persone che possano confortarci per come guardano le cose e per come ci guardano”. E l’incontro, precisa mons. Baturi, “non è complicità o convivenza banale, ma è dono, perché è l’amico che svela il nostro vero volto, ci aiuta a comprendere noi stessi e a leggere ciò che abbiamo dentro”. Nella sua breve catechesi, mons. Baturi riprende il racconto evangelico della visita di Maria alla cugina Elisabetta, che fa da filo rosso alla Gmg di Lisbona: “Quando ci presentiamo agli altri, portiamo qualcosa che è più di noi stessi. Come Maria, anche noi portiamo Dio che in qualche modo si rende visibile, si comunica con il nostro abbraccio e la nostra disponibilità a visitare gli altri”. Di qui l’invito ad essere “portatori di Cristo e dunque di gioia”. Questo significa “saper guardare le speranze degli altri, le loro ansie, le loro domande”. “Cristo vive in noi e attraverso di noi vuole raggiungere gli altri”, spiega l’arcivescovo esortando i ragazzi a “portare gioia a tutti, con umiltà e senza arroganza, specialmente a quanti sono nel dubbio, a chi cerca una ragione per sperare”. “Camminiamo verso i fratelli e le sorelle portando la gioia”, ripete mons. Baturi precisando che “la gioia non è un sentimento, ma la presenza di Dio che investe la nostra vita e la cambia”.

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