“Rinnovare la nostra conversione ecologica personale, agire con urgenza come Maria, consumare responsabilmente, annunciare a tutti la buona notizia della tutela del creato, collaborare e creare ampie sinergie per prenderci cura insieme della nostra casa comune, informarci e formarci, scegliere con cura le tecnologie buone da adottare”: sono questi gli impegni assunti dai “giovani cattolici” radunati a Lisbona per il convegno internazionale sulla cura del Creato intitolato “L’impegno dei giovani per l’ecologia integrale. Stili di vita per una nuova umanità”, tenutosi il 31 luglio, alla vigilia della 37ª Giornata mondiale della gioventù, per iniziativa della Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventù e del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Il manifesto finale, consegnato questa mattina a Papa Francesco, contiene oltre a una disamina dei problemi che affliggono il Creato e le loro ricadute sui popoli, anche una serie di impegni per rispondere alle sfide attuali. I giovani partecipanti si impegnano, così, a “rinnovare la conversione ecologica personale, alzarci anche noi, come Maria, con determinazione, avviare nuovi processi senza procrastinare, ma evitando comportamenti superficiali e frettolosi”. Dunque “consumare responsabilmente, essere sobri nei consumi, pensando a ciò che è necessario, al benessere degli altri, alla sostenibilità della casa comune”. “Vogliamo essere una Chiesa in uscita missionaria” affermano i giovani che vogliono “diventare gli araldi di questa buona notizia della tutela del creato e diffondere le buone pratiche al riguardo. Le vogliamo rendere virali affinché raggiungano ciascun giovane”. Da qui la necessità di “collaborare e creare ampie sinergie con tutte le persone di buona volontà che condividono la nostra stessa preoccupazione. Questo comprende le varie forme di impegno politico. Vogliamo essere certi che la voce di tutti sia ascoltata e che via sia una collaborazione più efficace fra livello globale e livello locale”. Altro impegno, “informarci e formarci”: i giovani vogliono “rimanere vigili, con curiosità ed empatia per conoscere i dolori, le minacce, le gioie, le opportunità e le speranze che riguardano la nostra casa comune. Vogliamo acquisire quelle conoscenze che possano contribuire ad arginare la crisi ecologica. Vogliamo superare i pregiudizi nei confronti delle altre culture o delle persone che vivono in altri continenti, e imparare da loro”. Nel manifesto i giovani ribadiscono la necessità di “scegliere con cura le tecnologie buone da adottare. Vogliamo adoperare e promuovere il più possibile quelle tecnologie che sono davvero al servizio della persona umana e contribuiscono a migliorare la salute della nostra Madre Terra. E vogliamo farlo – concludono – in modo umano ed etico, per vivere e abitare in modo cristiano il continente digitale”.