“Non c’è bellezza senza verità perché la bellezza è la cifra della sapienza biblica, scienza che mette a nudo ogni cosa; la liturgia è bellezza al colmo della sua verità che si svela nel dono di sé”. Lo ha detto, oggi, la biblista Rosanna Virgili, intervenendo alla Settimana liturgica nazionale, in corso a Chiavari fino al 31 agosto. “L’essere umano diventa ‘sacerdote’ del creato attraverso la liturgia. Nella storia della salvezza il culto celebra l’esperienza di Dio come Colui che dona la vita, la cui risposta, da parte umana, è l’espressione della gratitudine. Essa raggiunge il suo apice nel sabato, nel tempo del dono di ogni frutto del lavoro dell’uomo. Nel bacio tra il Cielo e la terra. Nel culto la storia di Israele si fa canto, voce della Bellezza di questa sintonia col Creatore e l’Alleato”, ha aggiunto. Ma la bellezza diventa “maschera” quando manca la verità.
“Per riacquistare alla verità la bellezza Gesù spoglia la liturgia di una ‘bellezza’ finta per celebrare una liturgia sacramentale: lì dove la sete di una donna si unisce alla sete del Figlio di Dio sgorga una fonte d’acqua zampillante di verità e di Spirito, ‘fino alla vita eterna’ (Gv 4,4ss. e la liturgia del battesimo); là dove l’ansia del potere rende impossibile la fraternità e l’amore di piena comunione, Gesù consegna sé stesso nel pane e nel vino dell’Ultima Cena (Lc 22,14-27 e la liturgia eucaristica). Ogni luogo profano può diventare diventa altare del sacramento di una liturgia feconda: la casa di Maria e quella di Lidia, la casa di Aquila e quella delle figlie profetesse di Filippo. E persino dalla nave che farà naufragio sul Mediterraneo, vicino all’isola di Malta, la mattina dopo il quattordicesimo giorno di tempesta, uscirà un canto vero e bellissimo dalla voce di uomini di ogni origine e storia che, condivisa la mensa di Paolo, grideranno la gioia della loro salvezza (cf. At 28,33ss.)”.