“Il rapporto fra verità, bellezza e liturgia è radicato nella natura stessa dell’azione liturgica, che rende presente il mistero pasquale di Cristo affinché i fedeli siano partecipi della vita divina, amore infinito, verità salvifica ed infinita bellezza”. Lo ha sottolineato ieri sera mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, nella prolusione della Settimana liturgica nazionale, in corso a Chiavari fino al 31 agosto. Il presule ha evidenziato “come il Mistero pasquale si renda presente nella storia in modo particolare attraverso la ‘via pulchritudinis’, ossia attraverso segni sensibili ed eventi di bellezza, in cui si fa presenta le Verità di Cristo Salvatore: segni ed eventi di cui sono ricche le azioni liturgiche”.
Mons. Forte ha osservato che “la bellezza dell’amore infinito apparso in Gesù Cristo suscita l’amore della bellezza, che di grado in grado fa percorrere all’uomo la via che porta alla gioia di Dio tutto in tutti. La via della Bellezza si rivela così come la via della salvezza e della verità: nella bellezza tutto è unificato, tutto giustificato nel suo ultimo senso e valore. La sapienza della bellezza greca è assunta e superata: l’armonia delle forme è la chiave, ma il movimento di trascendenza che la percorre – dischiuso sull’abisso dell’atto creatore e reso sempre di nuovo accessibile a noi nella divina liturgia – porta ben al di là di una bellezza mondana, verso la sponda gustata in questo mondo come anticipo e caparra della bellezza eterna del Dio Trinità Amore”. Questa concezione “ha conseguenze importanti sull’annuncio e la celebrazione del bel Pastore, il Signore Gesù: due urgenze emergono in primo piano. Da una parte, l’incontro con Cristo va proposto e celebrato in tutta la sua bellezza, capace di attrarre le menti e i cuori con vincoli d’amore; dall’altra, bisogna vivere e testimoniare la bellezza della comunione in un mondo segnato spesso dalla disarmonia e dalla frammentazione”.
In quanto “annuncio, celebrazione e dono dell’amore che supera ogni conoscenza”, “la liturgia è offerta di bellezza: Gesù Cristo non è solo la verità e il bene, egli è la bellezza che salva”. In questo senso, “la bellezza della liturgia, celebrata con cura, partecipazione, fede e amore, si offre come feconda per avvicinare gli uomini al Dio di Gesù Cristo e sostenere l’impegno della Chiesa al servizio della Verità”.
L'”offerta di verità e bellezza che viene a compiersi nella divina liturgia è – per l’arcivescovo – annuncio della speranza che non delude. Proporre alle donne e agli uomini del nostro tempo la vera bellezza, rendere la Chiesa attenta ad annunciare sempre, a tempo e fuori tempo, la bellezza che salva, sperimentata lì dove l’eternità ha messo e mette le sue tende nel tempo, vuol dire offrire ragioni di vita e di speranza a chi rischia di non averle o di perderle. Una Chiesa testimone del senso ultimo e perciò apportatrice di fiducia nel cuore della storia umana è popolo della bellezza che salva, in quanto anticipa nel tempo penultimo qualcosa della promessa bellezza di Dio, che sarà tutto in tutti nell’ultimo tempo”. Mons. Forte ha concluso: “La speranza, anticipazione militante dell’avvenire del mondo redento, promesso nel Figlio crocifisso e risorto, è annuncio della bellezza, di cui il nostro tempo ha particolarmente bisogno ed è proprio così condizione preziosa di un nuovo, possibile slancio evangelizzatore, nel servizio alla causa del volerci tutti più umani secondo il disegno di Dio”.