Settimana liturgica nazionale: card. Zuppi, “il mondo si ama, non si combatte se non con le armi della misericordia che è l’essenza dell’Eucarestia”

La memoria del martirio di Giovanni Battista “ci pone di fronte all’amore senza limiti richiesto a tutti. Ama sino alla fine. Che amore è quello che si ferma ad un certo punto?”. Lo ha detto, stamattina, il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella messa che ha aperto la seconda giornata dei lavori della Settimana liturgica nazionale in corso a Chiavari.
“Giovanni Battista è il precursore anche nella morte, perché non smette di preparare la strada al Signore anche con la sua morte. Non si capisce il martirio senza comprendere l’amore donato e richiesto da Gesù. E c’è sempre un legame stretto tra l’Eucarestia e la testimonianza, perché non siamo eroi, ma amati che non smettono di amare e vincono il male perché forti di questo, solo di questo. E potremmo dire che quando non c’è amore c’è paura, complicità, mediocrità. E un amor mediocre non ha mai messo paura al male”, ha osservato il porporato.
“Quando la comunione con Gesù diventa anche comunione non virtuale, ma affettiva, umana, incarnata l’amore dei fratelli e quello personale di ognuno è più forte. Se siamo come una cosa sola, se ci lasciamo unire nel pane noi che eravamo dispersi sui colli, la nostra testimonianza sarà più capace di non venire a patti con il male. Ce lo ricordano i tanti nostri fratelli che proprio per l’Eucarestia hanno perso la vita e tutti i martiri che nutriti da questo amore sono rimasti, non hanno smesso di affrontare il male, sempre temibile, imprevedibile come Erode. Il mondo si ama, non si combatte se non con le armi della misericordia che è l’essenza dell’Eucarestia, banchetto di peccatori perdonati”, ha aggiunto.
“In un tempo di guerra, di tanto individualismo, nutrito dai maestri che assecondano i capricci, di tentazione di restare lontani dal mondo e credere di testimoniare la verità perché si condanna ma senza amarlo e senza dare la vita, il martirio di Giovanni Battiste ci restituisce la grandezza e la bellezza dell’amore fino alla fine, che richiede bellezza e tanta umanità. La bellezza della liturgia è la vera partecipazione di tutti, non il protagonismo allargato o penosamente distribuito. Ma una bellezza tutta umana e divina, vicina, personale e comunitaria e tanto più larga perché mistero dell’amore infinito di Dio”, ha evidenziato il cardinale. “In questo tempo tra pandemia e insulso individualismo spezziamo il pane buono della parola e del corpo di Cristo per esserne testimoni, attesi, credibili, umani ai tanti che hanno nostalgia di Dio e non trovano parole e luoghi”. Il presidente della Cei ha, quindi, ricordato, don Pino Puglisi, a trenta anni dalla sua morte, e Annalena Tonelli.

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