“Cosa dice la gente di Gesù? In genere cose belle: molti lo vedono come un grande maestro, come una persona speciale: buona, giusta, coerente, coraggiosa… Ma questo basta per capire chi è, e soprattutto basta a Gesù? Sembra di no”. Lo ha sottolineato, ieri mattina, Papa Francesco, prima di recitare l’Angelus, dalla finestra del Palazzo apostolico vaticano, insieme con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, commentando il passo del Vangelo di Matteo, in cui Gesù chiede ai discepoli: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. “Se Egli fosse solo un personaggio del passato – come lo erano per la gente del tempo le figure citate nello stesso Vangelo, Giovanni Battista, Mosè, Elia e i grandi profeti – sarebbe solo un bel ricordo di un tempo che fu. E questo a Gesù non va – ha sottolineato il Pontefice -. Perciò, subito dopo, il Signore pone ai discepoli la domanda decisiva: ‘Ma voi – voi! –, chi dite che io sia?’ (v. 15)’. Chi sono io per voi, adesso? Gesù non vuole essere un protagonista della storia, ma vuole essere protagonista del tuo oggi, del mio oggi; non un profeta lontano: Gesù vuole essere il Dio vicino!”.
Cristo, ha osservato il Santo Padre, “non è un ricordo del passato, ma il Dio del presente. Se fosse solo un personaggio storico, imitarlo oggi sarebbe impossibile: ci troveremmo davanti al grande fossato del tempo e soprattutto di fronte al suo modello, che è come una montagna altissima e irraggiungibile; vogliosi di scalarla, ma privi della capacità e dei mezzi necessari. Invece Gesù è vivo: ricordiamo questo, Gesù è vivo, Gesù vive nella Chiesa, vive nel mondo, Gesù ci accompagna, Gesù è al nostro fianco, ci offre la sua Parola, ci offre la sua grazia, che illuminano e ristorano nel cammino: Egli, guida esperta e saggia, è felice di accompagnarci nei sentieri più difficili e nelle scalate più impervie”.
Dunque, “sulla strada della vita non siamo soli, perché Cristo è con noi, Cristo ci aiuta a camminare, come ha fatto con Pietro e con gli altri discepoli”. E ancora: “Non è un personaggio del passato, ma il Cristo, cioè il Messia, l’atteso; non un eroe defunto, ma il Figlio di Dio vivente, fatto uomo e venuto a condividere le gioie e le fatiche del nostro cammino. Non scoraggiamoci se a volte la cima della vita cristiana sembra troppo alta e la via troppo ripida. Guardiamo a Gesù, sempre; guardiamo a Gesù che cammina accanto a noi, che accoglie le nostre fragilità, condivide i nostri sforzi e appoggia sulle nostre spalle deboli il suo braccio saldo e gentile. Con Lui vicino, anche noi tendiamoci la mano gli uni gli altri e rinnoviamo la fiducia: con Gesù quel che da soli sembra impossibile non lo è più, con Gesù si può andare avanti!”.
Il Papa ha invitato a ripeterci la domanda decisiva: “Tu – Gesù ti dice – tu, chi dici che io sia? Sentiamo la voce di Gesù che ci domanda questo. In altre parole: per me chi è Gesù? Un grande personaggio, un punto di riferimento, un modello irraggiungibile? Oppure è il Figlio Dio, che cammina al mio fianco, che può portarmi fino alla vetta della santità, là dove da solo non riesco ad arrivare? Gesù è davvero vivo nella mia vita, Gesù vive con me? È il mio Signore? Io mi affido a Lui nei momenti di difficoltà? Coltivo la sua presenza attraverso la Parola, attraverso i Sacramenti? Mi lascio guidare da Lui, insieme ai miei fratelli e sorelle, nella comunità?”.