Papa Francesco: a tossicologi forensi, “fermiamoci davanti a situazioni di fragilità e di dolore per sollevare coloro che cadono nella schiavitù della droga”

“Si assiste anche all’incremento nella diffusione di sostanze dopanti, in particolare nell’ambito agonistico e sportivo. L’uso di sostanze dopanti nello sport manifesta l’ossessione di ottenere a tutti i costi traguardi importanti e risultati performanti”. Lo sottolinea Papa Francesco, nel messaggio inviato ai partecipanti al 60° Congresso internazionale dei tossicologi forensi che è iniziato ieri a Roma e prosegue fino al 31 agosto. “Il fenomeno, ovviamente – spiega -, è indicatore di qualcosa di più radicato, che implica l’importanza di una riflessione sulla nostra società odierna, pervasa da una cultura dell’efficienza e della produttività, che non ammette esitazioni e fallimenti. La necessità di apparire sempre all’altezza delle aspettative, esibendo all’esterno un’immagine di sé che risulti prestante e vincente, da cui è bandita ogni fragilità e debolezza, diventa un ostacolo insormontabile al perseguimento di uno sviluppo umano integrale”.
Così, “disorientati e spesso privi di punti di riferimento, molti giovani inseguono l’illusione di trovare nel consumo di droghe una sospensione dall’angoscia e dalla mancanza di senso: si tratta della ‘speranza vana’ di uno stordimento che sollevi dalla fatica di essere e di esistere, spesso celata sotto le mentite spoglie di un desiderio di evasione e di divertimento”. Per il Pontefice, “non si può dimenticare, poi, che dietro a ogni dipendenza ci sono vissuti concreti, storie di solitudine, disuguaglianza, esclusione, mancata integrazione”. Di qui l’appello: “Di fronte a queste situazioni non possiamo essere indifferenti. Il Signore Gesù si è fermato, si è fatto vicino, ha curato le piaghe. Sullo stile della sua prossimità siamo chiamati anche noi ad agire, a fermarci davanti alle situazioni di fragilità e di dolore, a saper ascoltare il grido della solitudine e dell’angoscia, a chinarci per sollevare e riportare a nuova vita coloro che cadono nella schiavitù della droga”.
Il Santo Padre auspica: “I risultati dei vostri lavori contribuiscano all’individuazione di percorsi educativi, terapeutici e riabilitativi, in grado di prevenire e contrastare la piaga della droga, favorendo modelli culturali alternativi e incoraggiando la ricerca di ragioni di vita in coloro – specialmente tra i più giovani – che le hanno smarrite. Che il vostro lavoro scientifico e culturale possa portare i frutti sperati!”.

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