“Profondo è il malessere che scuote il Paese, dove una politica confusa e rissosa non dà risposte ai reali bisogni delle persone, in vista di un bene comune, che sia davvero di tutti”. Lo scrive don Antonio Sciortino, direttore di Vita pastorale, nel numero di agosto-settembre, anticipato al Sir. “L’astensionismo dilagante a ogni appuntamento elettorale ne è prova lampante – osserva -. Disaffezione per la cosa pubblica e mancanza di senso dello Stato generano allarme per le sorti della democrazia. Sempre più fragile, a rischio di sbriciolarsi sotto i ripetuti assalti che ne minano le fondamenta. Populismo e sovranismo fanno breccia sui princìpi che regolano il vivere comune”.
Il direttore di Vita pastorale ricorda anche come “a ogni cambio di governo un’insensata voracità spinge ad appropriarsi dello Stato, quasi fosse un bene privato”. “Delegittimando e disfacendo, come la tela di Penelope, quel che di buono altri hanno fatto per il Paese. E sostituendo la competenza con l’appartenenza in ogni istituzione, da occupare manu militari e ‘senza fare prigionieri’”. Dal momento che “la ‘manutenzione della democrazia’, ormai, è al limite dell’ordinario”, don Sciortino sottolinea l’importanza della scelta della Chiesa italiana di “porre il problema all’attenzione della 50ª Settimana sociale”, che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024. Tema: “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”, che si declinerà su pace e partecipazione, lavoro e diritti, ecologia integrale ed economia rispettosa della persona e della sua dignità. “Alla Settimana di Trieste, però, non si potrà eludere una riflessione di base: la divisione dei cattolici in politica e la loro quasi totale insignificanza nell’opinione pubblica del Paese”.