Incontro in video conferenza di Papa Francesco con i giovani cattolici russi. È successo ieri pomeriggio nell’ambito dell’Incontro panrusso dei giovani cattolici a San Pietroburgo. A darne notizia è l’arcidiocesi della Madre Di Dio di Mosca. L’incontro è iniziato con il canto “Maria Regina della Russia”, che i partecipanti hanno cantato insieme per il Papa, al termine del quale mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi russi, ha salutato il Santo Padre a nome del nunzio apostolico presso la Federazione Russa, mons. Giovanni D’Aniello, a nome di tutti i vescovi cattolici russi e dei giovani provenienti da tutta la Russia, da Kaliningrad a Vladivostok. “Vorremmo che questo incontro fosse una continuazione dell’incontro mondiale dei giovani che si è recentemente concluso a Lisbona”, ha detto Pezzi al Papa. “E anche se siamo fisicamente lontani gli uni dagli altri, grazie alle moderne tecnologie possiamo guardarci negli occhi, possiamo vederci faccia a faccia e possiamo avvolgerci in un abbraccio spirituale, come Maria ed Elisabetta”.
Ha preso poi la parola Oksana Pimenova, responsabile della pastorale giovanile dell’arcidiocesi, che al Papa ha raccontato brevemente l’esperienza degli incontri giovanili in Russia e di come i ragazzi stiano vivendo questi giorni insieme: “Nel contesto delle piccole parrocchie e comunità, che spesso hanno centinaia di chilometri di distanza, questa è una delle poche opportunità per noi di conoscerci, condividere le nostre testimonianze di fede e sperimentare l’unità della Chiesa. Pertanto, gli Incontri panrussi della gioventù sono molto preziosi per noi”. Oksana ha anche sottolineato che quest’anno l’incontro è organizzato per la prima volta a San Pietroburgo e che alcuni dei suoi partecipanti hanno dovuto percorrere circa 9.000 km per arrivare qui. In risposta, Papa Francesco ha salutato per nome tutti i vescovi, li ha ringraziati per il loro servizio, poi si è rivolto ai giovani. “Sono rimasto stupito che alcuni di voi abbiano dovuto percorrere una distanza così lunga”, ha detto il Pontefice. “Vi siete riuniti qui per fare comunione, per stare insieme e, soprattutto, per essere un’unica Chiesa, che porta aiuto anche agli altri”.
L’incontro è proseguito con due testimonianze. A prendere per primo la parola è stato il seminarista Alexander Baranov. “Diverse persone vengono spinte nell’oscurità da molte cose diverse – ha detto -: la paura, il dolore della perdita, l’esperienza della propria debolezza, l’esperienza della violenza, del trauma e così via”. “Ciò fa sorgere in una persona il pensiero: ‘Sono indegno perché sono debole’, indegno della felicità, indegno dell’amore, indegno della vita e, alla fine, della salvezza. Oppure una persona inizia semplicemente a odiare se stessa e la sua vita e, di conseguenza, Dio”. Il seminarista ha quindi raccontato come l’incontro con Cristo attraverso la Chiesa lo abbia guidato su un percorso diverso facendogli capire che “nonostante la debolezza, nonostante il dolore, nonostante tutte le esperienze negative, sei degno di vita, di salvezza e di amore”. La seconda testimonianza è stata quella di Varvara Molotilova di Ekaterinburg. Dopo aver ascoltato attentamente i giovani, il Santo Padre si è rivolto ai partecipanti. In attesa oggi del testo ufficiale, l’arcidiocesi fa sapere che il Santo Padre ha sottolineato ai giovani presenti l’importanza di comprendere la vocazione ricevuta da Dio da ogni persona; il modo in cui l’amore di Dio apre agli altri, rendendo la Chiesa aperta a tutti. Ha anche invitato giovani e anziani a costruire un’alleanza tra generazioni per il bene dei popoli. L’incontro è proseguito con le domande dei ragazzi rivolte al Santo Padre. Erano particolarmente interessati – si legge nel comunicato dell’arcidiocesi – all’atteggiamento del Papa nei confronti della Russia e alle sue aspettative nei confronti della nostra Chiesa locale”.