“Fare rete, però, non vuol dire solo mettere assieme delle persone; vuol dire anche abilitarle a cooperare al raggiungimento di un obiettivo comune”. Lo ha detto Papa Francesco, stamani, durante l’udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano con i partecipanti al 14° incontro annuale dell’International Catholic Legislators Network, dal tema “Great Power Struggle, Corporate Capture e tecnocrazia: una risposta cristiana a tendenze disumanizzanti”.
Il Pontefice ha incoraggiato a essere “vigilanti, perché purtroppo, in questi canali comunicativi, si possono pure incontrare pratiche disumanizzanti di matrice tecnocratica”. Il riferimento è alla diffusione deliberata di notizie false, al fomentare atteggiamenti di odio e divisione, alla riduzione delle relazioni umane ad algoritmi, “per non parlare del favorire falsi sensi di appartenenza, specie tra i giovani, che possono portare all’isolamento e alla solitudine”. “Questo uso distorto dell’incontro virtuale può essere superato solo da una cultura dell’incontro autentico, che implica un appello radicale al rispetto e all’ascolto reciproco, pure nei confronti di chi ha opinioni fortemente divergenti dalle proprie”.
Papa Francesco si è quindi soffermato su due aspetti: il mettere in connessione e il fine comune. “Sono queste due forze, l’una ‘centripeta’ e l’altra ‘centrifuga’ che, sostenute dalla potenza dello Spirito Santo, uniscono le persone in comunione fraterna all’interno e, al tempo stesso, le spingono verso l’esterno, nella missione comune di proclamare gioiosamente il Vangelo. Una rete veramente cristiana – ha concluso il Papa -, allora, è già di per sé una risposta alle ‘tendenze disumanizzanti’, perché non solo tende alle verità che liberano l’esistenza dell’uomo, ma cerca anche di farne modelli nell’ambito delle sue attività”.