Unione europea: Eurostat, nel 2022 aumenta l’occupazione culturale

Nel 2022 l’occupazione nel settore culturale nell’Unione europea è cresciuta del 4,5% rispetto al 2021. In aumento anche le donne occupate nel settore e il divario di genere raggiunge il livello più basso di sempre. È quanto emerge da una pubblicazione odierna di Eurostat. Nel 2022, 7,7 milioni di persone, 3,8% dell’occupazione totale, lavorava nella cultura registrando una crescita rispetto ai 7,4 milioni di impiegati del 2021. Gli aumenti più significativi sono a Cipro (+21,5%), Lussemburgo (+14,5%), Irlanda (+14,0%), Svezia (+11,9%) e Paesi Bassi (+10,5%). Nel frattempo, le diminuzioni più significative sono state registrate in Bulgaria (-7,7%), Repubblica Ceca (-7,3%), Croazia (-6,3%), Estonia (-5,3%) e Lettonia (-2,5%). Gli incrementi più significativi delle variazione annuali per l’occupazione culturale sono a Cipro, che “è passato da -5,7% nel 2019-2020 a +21,5% nel 2021-2022, Lussemburgo (da -15,1% a +14,5%) e Irlanda (da -3,0% a +14,0%). I cali più consistenti sono in Repubblica Ceca, che è passata da +5,3% nel 2019-2020 a -7,3% nel 2021-2022, Croazia (da +6,3% a -6,3%) e Bulgaria (da +4,1% a -7,7%). “Solo Francia, Lituania e Portogallo registrano un aumento dell’occupazione culturale sia nel 2019-2020 che nel 2021-2022”. L’Estonia, invece, “è l’unico Paese Ue con un calo in entrambi i periodi”. Dal 2013 le donne occupate nella cultura sono aumentate in tutta l’Ue, tranne nel 2020. Nel 2022, il divario di genere è solo di 1,6 punti percentuali: 3,93 milioni di uomini e 3,80 milioni di donne (50,8% e 49,2%) sono impiegati nel settore.

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