“È come se ci trovassimo sempre in una sorta di Colosseo virtuale, dove le visioni anche più cruente e disumane hanno il paradossale effetto di renderci spettatori passivi, esonerati da un reale coinvolgimento nella fatica di capire le cose e, ad un tempo, accesi sostenitori di una parte ‘contro’ l’altra. È uno stile che non ci aiuta ad abitare la complessità, che non favorisce il dialogo e rischia di legittimare a lungo andare persino la guerra come unico possibile mezzo di risoluzione dei conflitti.
Lo abbiamo visto in questo ultimo anno, in cui invocare la pace sembra essere diventata un ennesimo discorso divisivo così come anche la ricerca instancabile di operare con ogni mezzo perché essa, la pace, continui ad essere un orizzonte e una prospettiva e non una delle alternative più o meno possibile”. Con queste parole il presidente nazionale dell’Azione Cattolica, Giuseppe Notarstefano, ha aperto i lavori dell’Incontro nazionale delle Presidenze diocesane di Ac a Castel Gandolfo.
“Assistiamo ad uno scadimento dei meccanismi democratici, dei processi partecipativi, della politica intesa come dimensione della ricerca e della discussione di soluzioni per abitare e convivere nella società complessa e plurale. Anche nella vita politica ha preso dimora la legge del più forte. C’è indubbiamente una tensione tra la giusta necessità di arrivare ad una decisione e la giusta cura a far sì che a tali decisioni vi si possa partecipare in tanti, una tensione che rischia di condizionare l’attuale dibattito istituzionale, spingendolo ai bordi del nostro perimetro costituzionale.