Il 22 agosto si celebra la Giornata per la commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sulla religione o sul credo. In numerose zone di conflitto in tutto il mondo, le persone sono vittime di una violenza dilagante. Tra queste, le minoranze sono particolarmente vulnerabili e spesso prese di mira. Quella cristiana è la più bersagliata al mondo secondo un rapporto del Pew Research Center, citato dalla ong Porte Aperte/Open Doors, da oltre 60 anni è impegnata nel sostenere i cristiani che soffrono a causa della loro fede. In una nota, diffusa oggi, l’ong rimarca che è “impossibile non parlare dell’aumento di violenze contro i cristiani. India (Manipur), Pakistan (Punjab), Nigeria, Camerun, Bangladesh e molti altri sono i Paesi dove l’aumento di atti violenti basati sulla religione contro le minoranze cristiane è evidente”. Nel comunicato vengono riportate testimonianze di cristiani sottoposti ad abusi e violenze come a Dhaka, in Bangladesh, dove un bambino di otto anni è stato ustionato dai vicini di casa perché i genitori si erano convertiti al cristianesimo, La denuncia del padre non ha avuto effetti. In Uganda, il 16 giugno 2023, un gruppo di militanti islamici delle Forze Democratiche Alleate (Adf) ha fatto irruzione nei dormitori della scuola di Lhubiriha, a Mpondwe, nell’ovest del paese, uccidendo in modo brutale 37 studenti e quattro abitanti del villaggio. In Colombia, i cristiani sono stati intrappolati tra fazioni e attività ostili per decenni. I leader cristiani che si oppongono ai gruppi criminali vengono minacciati, attaccati o uccisi. Nello Stato di Manipur, nel nord-est dell’India, al confine con il Myanmar, da quasi tre mesi infuriano violenti scontri dovuti alle tensioni tra l’etnia Meitei, prevalentemente indù, e la minoranza Kuki-Zomi, a maggioranza cristiana. La popolazione cristiana e le chiese sono state particolarmente prese di mira. Dopo un mese, 60 cristiani erano stati uccisi, 35.000 erano fuggiti e 397 chiese e 6 edifici cristiani erano stati distrutti. La Nigeria raccoglie il numero maggiore di cristiani uccisi per la loro fede (nel 2023, 5.014 casi documentati. Anche il Camerun, a maggioranza cristiana (oltre il 60%), da diversi anni subisce attacchi brutali da parte dei combattenti di Boko Haram contro i villaggi cristiani dell’estremo nord. La violenza, afferma Porte Aperte, si manifesta in molte forme: le aggressioni violente non si manifestano esclusivamente con attacchi diretti alla vita della vittima, ma possono assumere diverse forme di violenza fisica o materiale. Tuttavia, si traducono sempre in danni chiaramente visibili o misurabili. Rapimenti, aggressioni sessuali, matrimoni forzati, abusi fisici e psicologici, sfollamenti, case o aziende distrutte o saccheggiate sono altri episodi di violenza contro i cristiani. A luglio, ricorda Porte Aperte, il Parlamento europeo (Bruxelles) ha approvato una risoluzione urgente in merito agli avvenimenti del Manipur, in India. Il Parlamento europeo ha chiesto al governo indiano di adottare tutte le misure necessarie “per porre immediatamente fine alle violenze a sfondo etnico e religioso in corso”. Miriam Lexmann, europarlamentare della Slovacchia, ha dichiarato: “L’Unione europea non può chiudere gli occhi di fronte a questo crimine”. “Il nostro messaggio deve essere chiaro: non distoglieremo lo sguardo dalla violenza e non volteremo le spalle ai cristiani perseguitati”, ha aggiunto Ladislav Ilcic, europarlamentare della Croazia.