Si può “entrare nel Regno dei Cieli servendo i fratelli, vivendo una vita nel servizio, divenendo strumenti di misericordia, diventando così servi degli altri, per il bene dell’altro” proprio come hanno fatto “i nostri Giulio e Lorenzo”. Lo ha detto, ieri a Tarvisio, don Antonio Zimbone, cappellano del Comando regionale Abruzzo della Guardia di Finanza, nell’omelia dei funerali solenni dei due giovani finanzieri, Lorenzo Proni e Giulio Alberto Pacchione, morti il 17 agosto nel corso di un addestramento in montagna sulle Alpi Giulie durante un’ascesa al monte Mangart. “I cari finanziari Lorenzo e Giulio – ha affermato il cappellano – si allenavano giorno dopo giorno, per questo aprivano nuove vie, su per queste montagne; aprire vie sulle montagne era aprire la via per ammirare la bellezza del Creato, per ammirare quanto è bello vivere per servire l’altro, per amare l’altro nel costante servizio per il bene di tutti”. “Anche da giovani, come Lorenzo e Giulio, – ha aggiunto – si può raggiungere la perfezione, non per mancanza di defezioni umane, ma perché hanno vissuto i loro anni solo ed esclusivamente per il bene dell’altro… e il bene dell’altro è il bene che si compie al Signore nei fratelli”. I due finanzieri “tanto ci hanno insegnato, tanto dobbiamo imparare: vivere la vita per l’altro, vivere al massimo. Questo è l’insegnamento che oggi tutti noi giovani e anziani dobbiamo portare a casa. I nostri cari Giulio e Lorenzo hanno vissuto una vita sulle montagne e appesi sulle pareti di queste per servire l’altro… e così deve essere il nostro modo di vivere: servire l’altro per meritare il riposo eterno, il gaudio divino”. Da qui l’impegno: “Amare tutto ciò che l’Italia ci chiede di fare, dobbiamo amare il nostro lavoro, dobbiamo amare i nostri fratelli, dobbiamo amare il nostro territorio, dobbiamo amare tutto ciò che il Signore ci ha consegnato. Solo con l’amore e una vita vissuta di amore – ha concluso don Zimbone – possiamo imitare la vita dei cari Lorenzo e Giulio. Il servizio che la patria si aspetta è un servizio irreprensibile, il servizio che il Signore si aspetta è un servizio dettato dall’Amore per l’altro”. Durante la celebrazione è stato letto il messaggio di cordoglio dell’arcivescovo ordinario militare, mons. Santo Marcianò.