“Pace non significa tradimento. La pace richiede la giustizia e la sicurezza. Non ci può essere una pace ingiusta, premessa di altri conflitti, c’è un aggressore e un aggredito, serve una pace sicura per il futuro”. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, aprendo ieri pomeriggio i lavori del Meeting di Rimini. Parlando sul tema “Fratelli tutti. Testimonianza di un’amicizia operativa sulle orme di Papa Francesco”, il cardinale, incaricato da Papa Francesco di intraprendere una missione orientata ad “avviare percorsi di pace” in Ucraina, ha ribadito che “la sicurezza richiede sempre il coinvolgimento di tutti. Se vuoi la pace prepara la pace. È questo il grande impegno che dobbiamo cercare con responsabilità”. Nella guerra in Ucraina ci sono “tante persone che muoiono, un odio che diventa profondo, un inquinamento che diventa insopportabile in tutto l’ambiente”. “Questa è una guerra mondiale davvero”, ha aggiunto il cardinale che ha invocato “un’amicizia sociale e libera” come quella auspicata da Papa Francesco. “L’amicizia sociale ci accende il mondo intorno, perché la periferia non è solo geografica, è anche quella del vicino di casa”. Ripercorrendo, poi, le tappe della sua missione di pace il presidente della Cei ha concluso: “Vivo con la consapevolezza di quanta gente prega per la pace. Mi dà una responsabilità in più, ma anche il senso di una grande invocazione che ci spinge a trovare la via della pace. Immaginare un mondo senza guerra non è una ingenuità. Il dialogo non è accettare una pace ingiusta”.
Il Meeting è in programma dal 20 al 25 agosto alla Fiera di Rimini, sul tema “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”.