“Le vite spezzate di Lorenzo Proni e Giulio Alberto Pacchione mentre ci lasciano sgomenti, al tempo stesso ci consegnano la testimonianza di una vita offerta per il servizio agli altri, fino alla fine. I due giovani finanzieri sono morti per questo: per esercitarsi, per prepararsi nel modo migliore a dare il proprio apporto all’incolumità e al soccorso dei cittadini. Sono morti per amore del lavoro, per svolgere il lavoro con amore. È di questo che abbiamo bisogno, dell’amore! In ogni servizio, in ogni rapporto umano, in ogni situazione. Dell’amore che dona senso alla vita. E anche alla morte”. Lo scrive mons. Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia, in occasione dei funerali, in forma solenne, dei due giovani finanzieri morti il 17 agosto nel corso di un addestramento in montagna sulle Alpi Giulie durante un’ascesa al monte Mangart. Presenzieranno rappresentanti del governo e i vertici della Finanza. Le esequie vengono presiedute da don Michele De Vita, cappellano della Guardia di Finanza in Friuli. Il messaggio inviato da mons. Marcianò sarà letto nel corso della celebrazione.
Il presule, quindi esprime vicinanza ai congiunti, alla Guardia di Finanza e alla comunità presente ai funerali: “Sono vicino, con tutto il mio cuore alle famiglie, in particolare ai genitori di Lorenzo e Giulio Alberto, che hanno insegnato loro un tale amore e oggi, per amore, soffrono lo strazio di questa separazione. Sono vicino, con stima e affetto, alla famiglia della Guardia di Finanza che piange due grandi uomini, formati ai valori autentici del rispetto e del coraggio, della competenza e della dedizione, del servizio al bene comune e ad ogni persona. sono vicino, con la preghiera, a tutta la comunità che è riunita nella celebrazione eucaristica per attingere senso e consolazione dall’Amore di Dio, sorgente di ogni amore e garanzia dell’amore che vince la morte”. Mons. Marcianò conclude: “Affido al Signore le vite di Lorenzo e Giulio Alberto, ormai immerse nell’eternità: la Luce del loro sacrificio, unita alla morte e Resurrezione di Gesù, sia forza per asciugare il pianto e consolare il dolore delle persone a loro care, ma sia anche un esempio capace di riaccendere, nel nostro tempo, la speranza nella bellezza di cui è capace chi dona la propria vita per amore”.