“Prendere il largo, senza ideologie e senza mondanità spirituale, che genera il clericalismo, non soltanto dei laici ma anche dei sacerdoti”. È la consegna del Papa, durante i Vespri recitati questa sera con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e le consacrate, i seminaristi e gli operatori pastorali nel Monastero dos Jéronimos di Lisbona. “Lasciare la riva delle delusioni e dell’immobilismo, prendere le distanze da quella tristezza dolciastra e da quel cinismo ironico che ci assalgono davanti alle difficoltà”, l’atra indicazione di rotta di Francesco, che ha esortato i presenti a “passare dal disfattismo alla fede”, recuperando la preghiera dell’adorazione, “come ha fatto Madre Teresa”, per superare la tentazione di portare avanti una “pastorale della nostalgia e dei rimpianti”. “Avete tanti esempi su questa strada”, ha proseguito il Papa menzionando “un giovane di Lisbona, San João de Brito, che diversi secoli fa, fra tante difficoltà, partì per l’India e cominciò a parlare e a vestirsi allo stesso modo di chi incontrava pur di annunciare Gesù”. “Anche noi siamo chiamati a immergere le nostre reti nel tempo che viviamo, a dialogare con tutti, a rendere comprensibile il Vangelo, anche se per farlo possiamo correre il rischio di affrontare qualche tempesta”, ha attualizzato Francesco. “Quando una persona che ha consacrato la sua vita a Dio si trasforma in funzionario, è molto triste”, ha aggiunto a braccio.