“Sappiamo che oggi le grandi questioni sono globali, eppure spesso sperimentiamo l’inefficacia nel rispondervi proprio perché davanti a problemi comuni il mondo è diviso, o per lo meno non abbastanza coeso, incapace di affrontare unito ciò che mette in crisi tutti. Sembra che le ingiustizie planetarie, le guerre, le crisi climatiche e migratorie corrano più veloci della capacità, e spesso della volontà, di fronteggiare insieme tali sfide”. A denunciarlo è stato il Papa, nel suo primo discorso nella capitale portoghese, rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico. “Lisbona può suggerire un cambio di passo”, la tesi di Francesco: “Qui nel 2007 è stato firmato l’omonimo Trattato di riforma dell’Unione europea”, dove si legge che “l’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli” e “nelle relazioni con il resto del mondo contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all’eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani”. ”Non sono solo parole, ma pietre miliari per il cammino della comunità europea, scolpite nella memoria di questa città”, ha rimarcato il Papa: “Ecco lo spirito dell’insieme, animato dal sogno europeo di un multilateralismo più ampio del solo contesto occidentale”.