“Sono felice di essere a Lisbona, città dell’incontro che abbraccia vari popoli e culture e che diventa in questi giorni ancora più universale; diventa, in un certo senso, la capitale del mondo”. È il saluto del Papa da Lisbona, nel suo primo discorso, rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico. Fin dall’esordio, Francesco ha citato il “carattere multietnico e multiculturale” della capitale lusitana: “penso al quartiere Mouraria, dove vivono in armonia persone provenienti da più di sessanta Paesi – e rivela il tratto cosmopolita del Portogallo, che affonda le radici nel desiderio di aprirsi al mondo e di esplorarlo, navigando verso orizzonti nuovi e più vasti”. “Ci troviamo ai confini del mondo perché questo Paese confina con l’oceano, che delimita i continenti”, la fotografia scattata da Francesco: “Lisbona ne porta l’abbraccio e il profumo”, quello di “un mare che è molto più di un elemento paesaggistico, è una chiamata impressa nell’animo di ogni portoghese”. “Davanti all’oceano, i portoghesi riflettono sugli immensi spazi dell’anima e sul senso della vita nel mondo”, l’omaggio del Papa, che citando la mitologia greca ha fatto notare che “l’oceano non collega solo popoli e Paesi, ma terre e continenti; perciò Lisbona, città dell’oceano, richiama all’importanza dell’insieme, a pensare i confini come zone di contatto, non come frontiere che separano”.