“Questi ragazzi ci lanciano un messaggio: chiedono di essere ascoltati, chiedono al mondo adulto di essere vero, coerente e credibile; chiedono al mondo adulto di fornire loro gli strumenti per affrontare il percorso della vita”. Lo dice al Sir don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, giunto a Casa Italia, a Lisbona, per partecipare alla Gmg. “Noi viviamo qui, in questi giorni, e dobbiamo vivere nel cammino della vita, la testimonianza cristiana e la responsabilità civile – aggiunge -. Qui chiediamo alla politica che faccia la propria parte, che si assuma la propria responsabilità. La pace ha bisogno di persone che abbiano i nostri linguaggi, i nostri comportamenti, le nostre scelte”.
Da parte di don Ciotti, poi, l’incoraggiamento ai giovani a “lottare per la vita”. “Perché, lottando per la vita, lottiamo per la pace. E si fa con interventi verso chi fa più fatica, accogliendo i migranti, impegnandosi per la per la giustizia sociale nel nostro Paese. Bisogna accettare una sfida culturale, perché la cultura dà la sveglia alle coscienze. L’educazione è generatrice di cambiamento”. La parola “insieme” lega giovani e adulti per “creare una nuova forza generatrice”. “Perché il cambiamento che sogniamo ha bisogno del contributo di ciascuno di noi”, osserva. L’attenzione si sposta, infine, su due delle “malattie più terribili oggi”, cioè “la delega” (“Pensare che tocca sempre ad altri fare”) e “i neutrali”, che “non vogliono stare da nessuna parte”. “Noi abbiamo il dovere e la responsabilità di sporcarci le mani per aiutare tante persone a riempire la loro vita di senso e significato. Se lo facciamo con gli altri, daremo senso e significato anche alla nostra vita”.