Gmg Lisbona: diocesi di Perugia, per i 405 giovani un’entusiasmante e arricchente esperienza di “gemellaggio” con i coetanei di Aveiro

(Foto diocesi di Perugia-Città della Pieve)

È stata una entusiasmante e arricchente esperienza di “gemellaggio”, quella vissuta dai 405 ragazzi e ragazze dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, accompagnati da 16 sacerdoti, con i loro coetanei della diocesi portoghese di Aveiro (24-31 luglio), condividendo momenti di preghiera e di aggregazione anche con cubani e spagnoli. Attualmente si trovano a Ericeira, vicino Lisbona, in attesa di incontrare Papa Francesco insieme a tutti i giovani provenienti da 200 Paesi. I media ecclesiali umbri, il settimanale La Voce e l’emittente Umbria Radio InBlu, sui loro social e siti, aggiornano quotidianamente quanti non sono a Lisbona.
“A Ericeira, una delle località con le spiagge più belle del Portogallo – racconta don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale giovanile – siamo stati accolti con una messa internazionale dove don Marcello Cruciani, in rappresentanza della Pastorale giovanile umbra, ha donato alla locale comunità parrocchiale un crocifisso di San Damiano, segno della nostra Regione ecclesiastica”.
Durante il “gemellaggio”, commenta don Luca, “abbiamo trovato tante differenze e cose simili alle nostre nella vita ecclesiale e comunitaria portoghese, con comunità parrocchiali vive e giovani, piccole e grandi. Il nostro gruppo è stato ospitato da famiglie di una parrocchia con 1.100 abitanti dove non c’era il parroco, ma che con l’attenzione dei laici si è mobilitata affinché ciascuno di noi avesse il meglio. I nostri ragazzi, anche se hanno faticato nello scoprire qualcosa di diverso da loro, sono partiti con la meraviglia e il bello di quello che hanno ricevuto. Anche noi sacerdoti ci siamo trovati sulle spalle uno zaino più pesante rispetto a quello con cui eravamo partiti da casa”.

Per Sara, giovane dell’Unità pastorale 9, insieme a Matilde, “è stata un’esperienza gratificante, non tanto perché non eravamo ospitati nelle palestre, ma perché c’è stato uno scambio reciproco di valori nel cogliere la grande disponibilità e la gentilezza per farci sentire a casa. È un’esperienza che consiglio, perché ti apre la mente e ti fa vedere cosa c’è oltre al nostro piccolo cerchio di vita”. Per Matilde si è trattato di “un’esperienza unica, che mi ha aperto il cuore grazie alle persone che mi hanno accolto senza averle prima conosciute. Si sono dimostrate amiche anche nel pregare insieme il Padre Nostro in un’altra lingua»”. Per Pietro, giovane delle parrocchie di Passignano e Tuoro sul Trasimeno, “questa settimana è stata un’esperienza importante e le diversità che ci sono anche tra noi e nelle parrocchie portoghesi non ci hanno impedito di conoscere persone che ci porteremo nel cuore, perché ci hanno accolto a braccia aperte”.
Don Marco Briziarelli, direttore Caritas diocesana, sottolinea: “Abbiamo toccato e sperimentato che cos’è l’amore, che cos’è la carità, quella vera, che accoglie a braccia aperte e chiunque. Siamo stati coccolati, curati in tutti i particolari affinché potessimo fare un’esperienza bella. Abbiamo vissuto appieno le famiglie e la parrocchia. Bellissimo è stato l’incontro e il condividere questo tempo con i ragazzi cubani. Quindi Cuba, Italia e Portogallo insieme in una grande famiglia dove abbiamo veramente toccato con mano quello che significa essere accolti come pellegrini, come Gesù che viene a fare visita agli amici”.
Don Simone Pascarosa, vicario episcopale per la Pastorale, racconta: “Non è mancato niente in questi primi giorni in Portogallo, un’accoglienza preparata da tempo e la disponibilità delle famiglie non è stata solo nel farci posto nelle loro case, ma, come dice san Paolo ai Corinzi, ‘ci hanno fatto posto nei loro cuori’. La parrocchia ci ha ospitato, ci ha fatto scoprire come si vive la fede e la Chiesa in Portogallo, con grande essenzialità ma con grande coinvolgimento”.

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