“Con sorpresa e ancor più dolore per le ricadute sui giovani e su tutto il popolo, ho appreso la notizia dell’ingiusta misura del sequestro e della confisca dei beni dell’Università Centroamericana, Uca, di Managua”. Lo scrive padre Arturo Sosa, preposito generale dei gesuiti, in una lettera a padre José Domingo Cuesta, provinciale dei gesuiti dell’America Centrale, nella quale condanna la decisione del governo Ortega di mettere sotto sequestro e confiscare i beni di proprietà dell’Università Centroamericana (Uca), fondata dalla Compagnia di Gesù nel ’60.
Un’“aggressione” dolorosa per la sua violenza immotivata, frutto unicamente di un “complotto” orchestrato dal “regime governativo” del Nicaragua per “soffocare” e appropriarsi di strutture della società civile, ledendo diritti e libertà civili.
Ieri, infatti, il decimo Tribunale penale di Managua aveva emanato il provvedimento tacciando l’Uca di essere “un centro di terrorismo, che organizza gruppi criminali”. Per padre Sosa si tratta di accuse “totalmente false e prive di qualsiasi fondamento” che si aggiungono alla campagna avviata da tempo dal regime del Nicaragua “contro molte altre opere della Chiesa cattolica e contro migliaia di istituzioni della società civile, con l’obiettivo di soffocarle, chiuderle o appropriarsene”. Calunnie del genere, sottolinea il preposito generale dei gesuiti, “hanno anche oltraggiato i diritti di tante persone, la loro reputazione, la loro vita e le loro proprietà”.
Padre Sosa chiede di “revocare e correggere questo provvedimento giudiziario”, di “far cessare l’aggressione del governo contro l’Uca e i suoi membri e di aprire vie di dialogo sulla base della verità, della libertà e del diritto a un’educazione di qualità per i giovani e per tutto il popolo del Nicaragua”, che da parte sua l’ateneo dei gesuiti assicura da 60 con un livello un prestigio riconosciuti da “riconoscimenti nazionali e internazionali”.
Il preposito generale cita le parole che la Congregazione generale 36 ha dedicato a coloro che si impegnano in situazioni di frontiera e di persecuzione per difendere la verità: “Anche nei momenti in cui affrontiamo grandi sfide e apparenti sconfitte, continuiamo a sognare di contribuire a ricreare un mondo diverso, perché abbiamo incontrato ‘Colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare’”.