“Il Consiglio regionale delle Marche, nella seduta dello scorso 25 luglio, in piena atmosfera vacanziera, ha approvato a maggioranza alcune modifiche della legge regionale 3, del 7 febbraio 2017, ‘Norme per la prevenzione ed il trattamento del gioco d’azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e sociale network’. Tra di esse suscita perplessità, per non dire amarezza, la misura che ha abbassato da 500 metri a 300, nei comuni con più di 5.000 abitanti e da 300 metri a 200, nei comuni con meno di 5.000 abitanti, la distanza che le sale da gioco o da scommesse o gli altri esercizi commerciali pubblici, circoli privati, associazioni o nelle aree aperte al pubblico, autorizzati alla pratica del gioco che comportano vincite in denaro contante o virtuale o all’installazione di apparecchi da gioco devono avere da scuole, università, banche, sportelli Atm, servizi di trasferimento di denaro, compro oro, attività creditizie, ospedali, e strutture residenziali o semi-residenziali di ambito sanitario o sociosanitario e strutture ricettive per categorie protette”. Il presidente del Forum delle associazioni familiari delle Marche, Paolo Perticaroli, prende una posizione netta rispetto ad una modifica legislativa di cui non si capisce la ragione e che appare pericolosa. Perticaroli ricorda che la legge n. 3/2017 alla quale il Forum Marche ha dato il suo contributo, attraverso la Consulta regionale della famiglia, “è nata dalla necessità di prevenire, contrastare e curare le dipendenze patologiche, non solo da slot-machine, ma da tutti i giochi leciti, (Gratta e vinci, scommesse, Bingo, video-lottery e altro) nonché le dipendenze da videogiochi e dall’utilizzo delle nuove tecnologie e sociale network”. Oggi, evidenzia, “tali dipendenze, che sono da considerarsi delle vere e proprie patologie con caratteristiche simili all’alcolismo e alla tossicodipendenza, rappresentano un vero pericolo per le famiglie marchigiane, già indebitate, al 31 dicembre 2022, per 20.803 euro, secondo i dati, pubblicati dall’Ufficio studi della Cgia il 12 agosto, a causa dell’inflazione, dell’incremento del costo dei mutui e dell’impennata delle bollette. Lo studio parla di rischi concreti di cadere, per le famiglie indebitate, nelle mani degli usurai: figuriamoci cosa può accadere se si aggiungono i debiti di gioco”. Purtroppo, avverte Perticaroli, “ho visto con i miei occhi che tantissimi giocatori sono padri e madri di famiglia. La legge regionale del 2017 detta una disciplina quadro che consente di definire con tempestività le strategie di contrasto al fenomeno del gioco patologico. Per esempio prevede l’istituzione di una Giornata regionale dedicata al contrasto e alla sensibilizzazione sulle dipendenze da gioco e dalle nuove tecnologie e sociale network: non mi risulta che sia mai stata organizzata”. Di qui la domanda: “Perché, invece di impegnarsi in questo versante, si è sentita la necessità di ridurre le distanze delle sale giochi dai luoghi sensibili?”. Si tratta, conclude il presidente del Forum regionale, “di una modifica illogica che rischia di provocare una maggiore proliferazione di apparecchi da gioco e che vanifica l’impegno di tante associazioni che da anni combattono queste dipendenze che distruggono le famiglie: è necessario prendere sul serio le problematiche del gioco d’azzardo perché è una delle cause di povertà di tante famiglie marchigiane”.