In tutta la Germania molti privati stanno attualmente cercando di installare un impianto fotovoltaico sui propri tetti. Ma la situazione cambia quando il tetto deve soddisfare i severi criteri per il rispetto e la protezione dei monumenti. Questo è il motivo per cui la chiesa di St. Vinzenz nella parrocchia di Illerich, nell’Eifel, è la prima chiesa della diocesi di Treviri a produrre energia solare. Con la benedizione del parroco e della tutela dei monumenti. Karl-Heinz Gilles, responsabile per l’energia a Illerich da decenni, si occupa da tempo dell’argomento. Quindi conosce molto bene le preoccupazioni e sapeva che la comunità parrocchiale aveva questo progetto: “Molti dei parrocchiani hanno già impianti fotovoltaici privati nelle loro case”. Ma nel caso delle chiese la situazione è più complicata: “Quasi tutte le chiese sono sotto tutela dei monumenti, con poche eccezioni nel caso di edifici più recenti”, sottolinea Barbara Deentler, conservatrice diocesana e capo dell’Ufficio per la conservazione dei monumenti ecclesiastici (Akd) nella diocesi di Treviri: “Spesso non si tratta del valore ‘oggettivo’ di un edificio. Anche una piccola cappella può essere particolarmente preziosa nel suo particolare contesto, nel ruolo che svolge in una comunità, e quindi degna di protezione». Fino ad ora spettava al costruttore giustificare il motivo per cui un impianto fotovoltaico doveva essere costruito nonostante la protezione dei monumenti: ora è più facile per varie modifiche legali che hanno annullato l’obbligo di giustificare le motivazioni: “Ora il fotovoltaico è fondamentalmente possibile anche sui tetti delle chiese ed è il divieto che deve essere giustificato”, sottolinea Daentler. Con un sito del patrimonio mondiale come il duomo di Treviri, questo è fuori discussione; con una chiesa “normale”, devono essere prese decisioni individuali caso per caso. Per St. Vinzenz a Illerich, l’approvazione della protezione dei monumenti era ben rappresentata. “Da un lato, il tetto corrispondente si trova sul retro della chiesa ed è quasi invisibile. Dall’altro, St. Vinzenz aveva in precedenza un nuovo tetto in alluminio perché l’ardesia non è adatta per gli impianti fotovoltaici”, dice Daentler.