L’ex comandante paramilitare italo-colombiano Salvatore Mancuso dovrebbe riacquistare la libertà al suo ritorno in Colombia grazie alla sua nomina a “responsabile della pace” da parte del presidente Gustavo Petro, secondo le dichiarazioni del ministro della Giustizia colombiano Néstor Osuna.
Nel pomeriggio del 14 agosto è stato effettivamente reso noto che Petro ha formalizzato la decisione, già annunciata, dopo che l’ex leader paramilitare si era offerto di collaborare con la giustizia colombiana. Il ministro Osuna ha chiarito che, sebbene Mancuso possa essere rilasciato come agente di pace, questo “non lo libera dagli impegni giudiziari. Ha molti processi in corso in Colombia che sono ancora in fase di elaborazione”, tra cui le condanne che non ha scontato nel Paese per i fatti del conflitto armato.
Mancuso è stato capo delle Autodefensas Unidas de Colombia, la “storica” formazione paramilitare colombiana; detenuto negli Usa dal 2007 per reati legati al narcotraffico internazionale, che coinvolgevano anche la ‘ndrangheta calabrese; nel 2020 aveva richiesto al presidente Biden di essere estradato in Italia e non in Colombia. All’epoca ci fu una forte campagna di pressione internazionale, perché Mancuso tornasse invece in Colombia, dove è stato protagonista di una importante e triste stagione di violenza e, di conseguenza, un testimone potenzialmente dirompente.