Egitto: oggi 10° anniversario del massacro di Rabaa. Amnesty, “da allora, il decennio della vergogna”

Amnesty international ricorda oggi il decimo anniversario del massacro di Rabaa al-Adawiya e di al-Nahda, le due piazze del Cairo in cui i sit in dei sostenitori della Fratellanza musulmana e del deposto presidente Mohamed Morsi vennero sgomberati con estrema violenza dalle forze di sicurezza e dalle forze armate egiziane, con un bilancio finale di oltre 900 morti. “Dieci anni dopo, non un solo responsabile di quel bagno di sangue è stato chiamato a rispondere di fronte alla giustizia – ricorda Amnesty -. Quel massacro ha costituito l’inizio dell’assalto totale al dissenso pacifico, dell’erosione di qualsiasi garanzia in materia di processi equi e di un’indicibile crudeltà nelle prigioni”. “Gli ultimi dieci anni possono solo essere descritti come il decennio della vergogna – ha dichiarato Philip Luther, direttore delle ricerche di Amnesty iInternational sul Medio Oriente e l’Africa del Nord -. Il massacro di Rabaa è stato un punto di non ritorno, dopo il quale le autorità egiziane hanno incessantemente applicato una politica di tolleranza zero contro il dissenso. Da allora, innumerevoli oppositori e persone critiche nei confronti del governo sono stati uccisi nelle proteste di piazza, lasciati languire dietro le sbarre o costretti all’esilio”. “La mancanza di una risposta forte e coordinata al massacro di Rabaa da parte della comunità internazionale – ha precisato – ha consentito alle forze di sicurezza e alle forze armate egiziane di andare avanti con le uccisioni di massa. Senza una piena assunzione di responsabilità per le azioni commesse dalle sue autorità nei giorni più bui della storia moderna del paese, l’Egitto non uscirà mai dall’attuale crisi dei diritti umani. Gli Stati che possono esercitare influenza sull’Egitto devono fare proprie le richieste di verità, giustizia e riparazione che provengono dai sopravvissuti, dalle famiglie delle vittime e da coloro che difendono i diritti umani”. “Chiediamo agli Stati di premere sulle autorità egiziane, pubblicamente come in privato, per la scarcerazione delle migliaia di persone che si trovano arbitrariamente in prigione, comprese quelle che hanno legami con la Fratellanza musulmana”, ha concluso Luther.

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